Stampa documento Stampa Invia una e-mail al CNI bancadati@cni-online.it
Rif. DV04631
Documento 19/04/1997 DOCUMENTO
Fonte CNI
Tipo Documento DOCUMENTO
Numero
Data 19/04/1997
Riferimento Protocollo CNI n. 3151 del 19/04/1997
Note
Allegati
Titolo ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI 19 APRILE 1997 - LEGGE QUADRO SULLE PROFESSIONI
Testo 1. Lo scenario dell'anno 1997

Sono ormai 50 anni che a diverso titolo e a cicli anche con più o meno grande interesse, gli Ordini e il Consiglio Nazionale hanno speso energie per il progetto di un nuovo ordinamento professionale.
Gli archivi degli Ordini sono enormemente ricchi di documenti a riguardo, i Congressi degli Ordini in questi ultimi 5 anni pur da sfacciature diverse hanno posto con forza nei dibattiti e nelle mozioni conclusive l'impegno a far si che si proceda a un adeguamento dell'ordinamento professionale su nostre puntuali proposte di fronte a una mutata realtà di esercizio della professione. In ogni occasione si disse e si scrisse che i tempi erano maturi, che il nuovo incombeva, per un ammodernamento del nostro sistema di regolamento della professione.

I tempi non dovevano essere maturi infatti: se esistevano forze rinnovatrici all'interno, fuori nulla induceva alla necessità di un cambiamento e viceversa.

La memoria dei Colleghi sugli avvenimenti è troppo viva che aggiungere altro sull'argomento potrebbe produrre distorsioni anche involontarie alla discussione del punto 3) all'Odg dell'Assemblea dei Presidenti del 19 Aprile 1997.

Questo documento intende solo nella forma più sintetica possibile rappresentare lo scenario dell'anno 1997 e segnalare che oggi esistano reali situazioni e forze in particolare esterne che rendano maturi i tempi e propizi i terreni per un rinnovamento o almeno sono tali da convincere a una forte riflessione sul cambiamento.

Le motivazioni al rinnovamento perlomeno quelle principali sono ben note agli attenti Colleghi: comprendano la globalizzazione delle professioni intellettuali e in specifico quelle tecniche, la concorrenza, l'esigenza di nuove professioni che costringono quelle regolamentate a rivisitarsi mantenendo ed ammodernando i valori propri della professione intellettuale basata su responsabilità personali, piacere di fare, principi di meritocrazia, rispetto dei codici etici e capacità di anteporre doveri ai diritti.

L'appartenenza poi dell'Italia alla U.E., la sottoscrizione dei trattati a livello nazionale sui servizi nell'O.M.C., l'indagine conoscitiva iniziata alla fine del 1994 da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza sulle professioni italiane regolamentate, l'iniziativa della Corte dei Conti, la riforma della legge quadro sui lavori LL.PP., il recepimento di direttive sociali e di prodotti, il diffondersi dei sistemi di qualità per gli studi professionali sono altri argomenti che indicano che "il nuovo" esiste davvero.

L'iniziativa del Ministero di Grazia e Giustizia di riscrivere oggi una legge quadro sulle libere professioni che tenga conto delle mutate condizioni del mercato va riportata in questo scenario. Le professioni chiamate non si possono sottrarre a questo impegno.

L'azione governativa coordinata dal Sottosegretario di Stato Prof. Antonino Mirone vede impegnato l'intero Ufficio VII delle libere professioni ed è rivolta a tutte le 28 professioni vigilate.

L'obiettivo è di "pensare" a una legge quadro snella di principi e di affrontare i problemi di ciascuna categoria con provvedimenti specifici.

Il primo atto ricognitivo eseguito dal Ministero è stato di mettere a disposizione delle categorie il testo dell'ultimo progetto di legge (anno 1982) e la relazione di accompagno per una riflessione aggiornata alla realtà degli anni 2000, seguito da un questionario articolato su nove domande.

2. I riferimenti.

I riferimenti sul punto 3) all'Odg da prendere in considerazione sono contenute nelle circolari agli Ordini, nella banca dati, nell'Ingegnere Italiano.

Qui è sufficiente solo ricordare che nell'occhio dell'Antitrust sono finite le questioni più significative delle libere professioni:
- il problema dell'accesso agli Ordini e Collegi che potrebbe preludere al dilemma se nel futuro abbiano ancora un senso gli albi o se il mercato debba essere l'arbitro delle attività intellettuali come vorrebbero in molti;
- la questione della pubblicità vietata o meglio regolamentata in Italia e invece consentita in altri Paesi;
- il nodo dei minimi tariffari e le eventuali
alterazioni della concorrenza.

Sono argomenti, questi inseriti nel questionario del Ministero di Grazia e Giustizia assieme ad altre non meno importanti e sulle quali la nostra categoria ha da tempo aperto il dibattito e dato indicazioni. Ci si riferisce ad esempio alla attività professionale del diplomato universitario in ingegneria se deve iscriversi all'albo degli ingegneri o a quello dei diplomati tecnici. Alle competenze che devono rappresentare un punto di equilibrio tra quelle di un diplomato e di un laureato.

Ai conflitti esistenti tra Ordini e Collegi che governano professioni con competenze analoghe o comunque assimilabili a quelle degli ingegneri.

Il questionario poi nella prima domanda richiama in modo implicito per le professioni tradizionali il problema delle nuove professioni che chiedono il riconoscimento. (Il CNEL ne ha codificato ben 142 rappresentate ognuna da una propria associazione). Per queste professioni il CNEL ha elaborato un progetto di legge (contrastato e per ora bloccato) che attraverso un particolare meccanismo di certificazione da parte delle stesse associazioni ne accredita l'esercizio della professione degli iscritti creando così un doppio binario (da una parte le professioni tradizionali vigilate, dall'altra quelle certificate direttamente dalle associazioni).

In più si presenta quanto mai attuale l'urgenza di avere strumenti per competere con i Colleghi degli altri paesi (società professionali) e soprattutto con le società di ingegneria italiane delle quali le più confluiscono nell'OICE e nella FITA aderenti alla Confindustria.

I documenti preparatori del Ministero di Grazia e Giustizia per i lavori ministeriali sono stati inviati agli Ordini con circolare nø 77 del 3 Marzo 1997 e ciò da subito nei tempi tecnici necessari per controllare i testi e per riprodurre gli allegati.

Solo il 26 febbraio u.s. il Ministero infatti ha inviato i documenti in questione per preparare l'incontro del 19 marzo u.s. con le 28 professioni vigilate presenti l'Autorità Garante della concorrenza, il CNEL e i rappresentanti delle 142 nuove professioni codificate dallo stesso CNEL, il Ministero degli Esteri per i rapporti con l'O.M.C.

Il Consiglio Nazionale ha chiesto agli Ordini di rispondere ai nove quesiti.

Hanno finora risposto 9 Ordini e precisamente Udine, Gorizia, Brescia, Torino, Vercelli, Rovigo, Savona, Reggio Emilia, Arezzo.
Un numero non esauriente nel panorama degli Ordini per ricavarne un indirizzo.

Almeno nella risposta al quesito 9 e cioè sul metodo di lavoro si è trovato una opinione forte: quella che a scrivere la proposta sia un comitato ristretto ministeriale di tecnici che sottopongono ad esame periodico quanto elaborate da parte delle categorie interessate.

Si sono svolte in sede CUP riunioni preparatorie all'incontro del 19 marzo u.s. e altre saranno convocate per coordinare i lavori così che il corpo professionale italiano possa presentari unito negli intenti e negli obiettivi, come lo è stato nei riguardi dell'indagine conoscitiva dell'Antitrust e nei riguardi della proposta CNEL sulle nuove professioni.

Per essere sinceramente operativi e produttivi nei riguardi dell'iniziativa del Ministero, la nostra categoria, la più numerosa tra quelle tecniche, dovrebbe confrontarsi con le altre professioni a cominciare proprio da quelle tecniche rappresentate nel CUP (architetti, geologi, dottori agronomi e forestal, chimici, biologi, periti industriali, geometri, periti agrari, agrotecnici) così da portare per la specificità di queste professioni almeno una comune proposta di indirizzo in sede ministeriale.

3. Le possibili proposte

In sede di CUP e nell'incontro del 19 marzo u.s. al Ministero di Grazia e Giustizia sono stati comunicati dal Presidente del CUP arch. Gianni Boeri i seguenti 11 punti ritenuti essenziali per la proposta di legge quadro sulle professioni regolamentate, punti che dovrebbero essere riempiti di contenuti di interesse della nostra categoria e che poi dovrebbero essere confrontati e filtrati con le altre professioni:

1) natura e statuto della professione;
2) ambiti;
3) percorsi formativi;
4) accessi;
5) compiti;
6) riconoscimento-rappresentatività;
7) strutture;
8) garanzie-controlli revisioni degli albi;
9) deontologia e giurisdizione;
10) potere tariffario;
11) autoregolamentazione.

L'ordine con cui sono stati posti i punti non è determinante nei riguardi della loro importanza.
Sono solo una ipotesi di lavoro da arricchire con le proposte della nostra categoria sviluppati in questi anni. Infatti su ognuno degli 11 punti richiamati gli ingegneri hanno già impegnato tempo e lavoro.

Un ultima considerazione forse ovvia, ma importante nei riguardi della ipotesi di lavoro governativa di preparare una legge quadro snella sui principi e di affrontare i problemi di ciascuna categoria con provvedimenti specifici, è quella riferibile per la nostra categoria ai punti:

- competenze,
- forme societarie,
- settori o sezioni di competenza nell'albo,
- riforma dell'esame di stato
- altro necessario ad affrontare con moderne cognizioni il tema delle certificazioni dei sistemi di qualità delle prestazioni e altro ancora.

Anche su questi punti, la nostra categoria ha proposto ed attivato da alcuni iniziative.



Stampa documento Stampa Invia una e-mail al CNI bancadati@cni-online.it