Stampa documento Stampa Invia una e-mail al CNI bancadati@cni-online.it
Rif. DV05125
Documento 17/02/1998 RELAZIONE
Fonte ROMEO LA PIETRA
Tipo Documento RELAZIONE
Numero
Data 17/02/1998
Riferimento Protocollo CNI n. 5815 del 05/02/1998
Note
Allegati
Titolo ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI - ROMA 17 FEBBRAIO 1998 - RELAZIONE DELL'ING. ROMEO LA PIETRA
Testo Le nuove dimensioni europee, la trasformazione dell'apparato dello stato nella direzione del decentramento, la mutata qualità del sistema tecnologico impongono oggi quella necessaria evoluzione dell'assetto delle professioni che gli ordini da tempo invocano.

L'evoluzione che oggi s'impone passa inevitabilmente attraverso un rafforzamento del ruolo e della presenza nel sistema sociale del Paese degli ordini quali fondamentali organismi di tutela dei cittadini in settori di rilevante interesse pubblico quali la sicurezza, l'ambiente, la sanità, il diritto alla difesa ecc.

La riforma del sistema ordinistico trova i suoi capisaldi nella nuova legge quadro sulle professioni, oggi in avanzata fase di elaborazione e nella regolamentazione sulle società professionali.

La nuova legge quadro sulle professioni costituisce lo strumento per definire un nuovo assetto del sistema ordinistico di cui l'asse portante sarà la previsione per gli ordini di una nuova modalità di tutela dei cittadini assegnando agli ordini stessi il ruolo di garanti della qualificazione professionale dei propri iscritti e della qualità delle prestazioni da essi svolte.

Queste finalità su cui dovrà incentrarsi il rinnovamento potranno essere perseguite con l'obbligo di appartenenza all'ordine dei soggetti abilitati a svolgere l'attività professionale, affidando agli Ordini le seguenti funzioni:

- controllare l'accesso all'Ordine;
- presiedere e verificare l'aggiornamento degli iscritti;
- presiedere alla certificazione della qualità della prestazione;
- correlare il compenso professionale alla qualità della prestazione.

Occorre altresì rafforzare la funzione già affidata agli Ordini in materia di vigilanza sul rispetto delle norme deontologiche.

Dovrà inoltre essere definito un sistema elettorale moderno e più snello che promuova la massima partecipazione degli iscritti ai nuovi e più impegnativi compiti dell'Ordine.

L'altro cardine del nuovo assetto delle professioni va individuato nella regolamentazione delle società professionali che riveste particolare rilievo per le attività di ingegneria. Al modello tradizionale di svolgimento della professione in forma individuale o associata si aggiunge la società di professionisti sotto il controllo dell'Ordine.

Questa regolamentazione deve quindi essere intesa come la prima risposta a quell'esigenza di ammodernamento a lungo richiesta nel rispetto della tradizione ordinistica.

La volontà di modernizzazione deve passare dunque attraverso questi principi che devono ritenersi dei punti inderogabili per gli ordini.

Credo sia emerso chiaro il principio, l'idea forza che sostiene tutto il documento incentrato su una nuova e più moderna modalità di tutela dei cittadini che affida all'Ordine la responsabilità di farsi garante della qualità degli iscritti e della loro prestazione e quindi un ruolo centrale dell'Ordine nella qualificazione professionale dei singoli professionisti e delle loro prestazioni.

Questa finalità di garantire la qualità degli iscritti e della loro prestazione esige un controllo dell'Ordine sull'accesso degli iscritti agli albi, impone cioè che all'Ordine vengano attribuiti i poteri di disciplina del tirocinio, di un tirocinio naturalmente garantito a tutti gli aspiranti, secondo modalità che ne assicurino l'obbligatorietà.

Sarà altresì preciso compito dell'Ordine presiedere e gestire, cioè assumersi la responsabilità dell'aggiornamento periodico degli iscritti ovvero garantire direttamente la loro formazione permanente.

La funzione disciplinare dovrà assumere un ruolo centrale individuando nuove modalità in grado di rafforzare i poteri di vigilanza deontologica dell'Ordine sulla base di codici etici definiti a livello nazionale.

L'altro cardine su cui si incentra l'ammodernamento dell'Ordine e costituito dalla regolamentazione delle società tra professionisti di cui sta avviandosi a conclusione l'iter di approvazione.

Su questa regolamentazione come ricorderete nell'ultima assemblea abbiamo dato un giudizio sostanzialmente positivo pur auspicando a breve una specifica ed autonoma legislazione.

Non dobbiamo dimenticare però che il nostro obiettivo deve essere quello che tutti i soggetti che operano nel settore dell'ingegneria siano sottoposti alle stesse regole stesse regole deontologiche prima di tutto, ma anche stesse regole di qualificazione, ma anche stesse regole in campo fiscale, in campo previdenziale e così via.

E se questo è quanto prevede il regolamento sulle società di professionisti non dobbiamo dimenticare che restano completamente escluse dal controllo dell'ordine le società d ingegneria cosi come sono definite nella legge sui lavori pubblici.

E' alla legge sui lavori pubblici allora, alla cosiddetta Merloni ter, e alla regolamentazione che seguirà che la nostra attenzione deve ora volgersi sotto questo profilo.

Il perdurare di una situazione in cui non sono compiutamente definite le regole per tutti i soggetti che operano nel settore dell'ingegneria non potrà che nuocere ad un corretto avvio del sistema societario.

Questo dunque il documento, la carta dei principi che sarà migliorata con vostri apporti. Ma in ogni caso, comunque migliorata, questo è e resterà un documento di principi.

Ma è ormai chiaro, credo a tutti, che non possiamo continuare a dichiararci disponibili ad un ammodernamento degli Ordini e limitarci ad indicare soltanto i capisaldi pur indispensabili e necessari.
E' tempo di passare a riempire di contenuti e di proposte tali disponibilità.

Si tratta allora di concorrere a governare un cambiamento che non è più eludibile, di essere parte attiva nelle formazioni di un nuovo assetto normativo, di formulare proposte che non siano solo irrigidimenti improduttivi e proteste senza eco in sede politica e a fronte dell'opinione pubblica.

Si tratta allora di attivare iniziative su ampia scala e subito con un'adeguata informazione nei confronti della pubblica opinione, che per nostra abitudine e anche per questioni di stile abbiamo forse da troppo trascurato. E ciò è stato per noi un limite operativo del resto comune a tutte le categorie professionali, tanto che gli ordini vengono oggi considerati dai mass-media sempre più come corporazioni che difendono solo propri esclusivi interessi.

Su questo aspetto dell'informazione o meglio con un termine più ampio della comunicazione è necessaria invece una riflessione.
Dobbiamo arrivare alla consapevolezza che la comunicazione assume oggi una valenza strategica proporzionale agli obiettivi che la categoria si pone.

In altri termini la comunicazione non deve essere vista come un fattore accessorio e complementare ma va considerata come parte integrata sia nella formulazione sia nella gestione della strategia e delle politiche di categoria.

E' fuor di dubbio ormai che il rapporto tra parti sociali, interessi organizzati, e sistema istituzionale e politico ha assunto oggi un'accentuata connotazione negoziale.

Ne consegue l'esigenza di una strategia articolata di influenza del sistema sociale politico ed istituzionale e dell'opinione pubblica.
Occorre allora sviluppare un sistema di comunicazione e di relazioni verso tutti gli interlocutori che deve rispondere a requisiti di globalità di multimedialità e di multimodalità.

Alla base di tutta la comunicazione va posto un concetto forte, un'idea forza quale quella che " gli ingegneri e in genere i professionisti dell'area tecnica e scientifica sono portatori di valori positivi per la società, soggetti attivi non solo dello specifico sviluppo tecnologico ma anche dell'intero sistema sociale: soggetti attivi nel settore della sicurezza, nel settore dell'ambiente: soggetti attivi della qualità della vita".

Da cui discende naturale il concetto che per professionisti che operano in così vitali settori debba essere affidato all'Ordine e solo all'Ordine il compito della tutela dei cittadini facendosi garanti della qualità professionale e morale dei propri iscritti e delle prestazioni da essi svolti.

Con questi presupposti si propone il seguente programma di iniziative:

1) Organizzazione di un piano di comunicazione multimediale e multimodale, da svilupparsi a livello centrale e periferico, modulata secondo il destinatario e principalmente diretta:

a) comunicazione esterna: verso il sistema sociale, le istituzioni e l'opinione pubblica in generale;

b) comunicazione interna: verso gli iscritti e gli organismi collaterali di categoria;

In altre parole si intende un piano di comunicazione globale che dovrà essere svolto dal CNI a livello nazionale e dagli Ordini e Federazioni a livello territoriale in maniera strettamente coordinata ed incentrato sui contenuti del documento esaminato in premessa.

Si deve prevedere quindi da un lato una intensa e continua campagna sia sulla stampa sia sugli altri mezzi di comunicazione con il ricorso anche ad interventi a pagamento.

Con il ricorso anche ad esempio ad invio di informative, documentazioni e quant'altro a Parlamentari, esponenti politici, esponenti dei Ministeri, delle Regioni, delle Provincie a organizzazioni sindacali e a centri di opinione diversi quali Università, organizzazioni scientifiche e culturali, associazioni centri studi e di ricerca e così via.

D'altro lato è da ritenersi essenziale in un efficace programma una intensa attività di comunicazione diretta agli iscritti sì da sensibilizzare gli stessi sulle problematiche in corso e renderli partecipi del processo di evoluzione.

E' centrale in questo progetto il sostegno ed il concorso di tutta la base della categoria.

Tale attività potrà essere svolta sia con una intensificazione dei consueti veicoli dei notiziari, delle news e delle circolari di cui ogni ordine dispone incentrati su queste problematiche, sia soprattutto organizzando incontri di informazione, di confronto e di scambio con il ricorso sia ad assemblee degli iscritti convocate sul punto, sia con l organizzazione di specifici convegni, conferenze, ecc. chiamando a raccolta tutti gli organismi collaterali di categoria, in primo luogo i sindacati e le associazioni culturali.


2) Organizzazione di un piano di sensibilizzazione del sistema sociale politico ed istituzionale avviando contatti e relazioni da svilupparsi a livello nazionale ed a livello periferico.

Si tratta di organizzare un piano di interlocuzione diretta, personale, mirato al coinvolgimento di tutte le istituzioni le rappresentanze politiche e sociali e di tutti i gruppi portatori di interesse per la categoria allo scopo di ricercare consensi ed alleanze.

Tale iniziativa potrà svilupparsi con una serie di contatti diretti orientati alle esigenze informative dell'interlocutore: ad esempio a livello nazionale potranno essere chieste audizioni presso i gruppi parlamentari di Camera e Senato, Ministeri vari, Presidenze Conferenza Stato Regioni, UPI, dell'ANCI avviati contatti con centri di potere e di riferimento di interessi (partiti, sindacati, movimenti) con i vertici di altre categorie professionali e del lavoro autonomo; mentre a livello locale potranno efficacemente avviati contatti con i singoli parlamentari, con presidenti, assessori e consiglieri regionali, provinciali, con le rappresentanze locali di altre categorie e con centri di opinione diversi quali Università, organizzazioni scientifiche e culturali, associazioni di cittadini centri di studi e di ricerca.


3) Organizzazione a breve di una manifestazione nazionale promuovendo la partecipazione delle altre categorie professionali, in particolare dell'area tecnico-scientifica.

Si tratta di organizzare una manifestazione a Roma come evento di forte richiamo dell'attenzione pubblica sulla categoria.

La manifestazione a mio avviso dovrebbe essere priva di qualsiasi connotazione di protesta ma esclusivamente orientata a mettere in luce i valori positivi della categoria ed il ruolo dell'Ordine insostituibile garante dei cittadini in settori di rilevante interesse pubblico.

La manifestazione dovrà essere preannunciata e preceduta da una forte campagna di stampa con il necessario ricorso anche ad ampie inserzioni a pagamento.


4) Richiesta urgente di incontro con il Presidente del Consiglio affinchè venga data una risposta chiara e precisa sulle proposizioni di intervento governativo in materia delle professioni.

Non possiamo infatti ignorare quanto recentemente riportato dalla stampa su come si sono espresse linee di governo a livello di Presidente e Vicepresidente del Consiglio oltrechè di Ministri vari; tali affermazioni non sono state mai smentite e solo a livello di Sottosegretari o di dirigenti ci sono pervenute rassicurazioni.

Si impone quindi una richiesta forte al massimo livello di chiarimento sugli orientamenti del Governo in materia delle professioni.

La richiesta oltre che inoltrata secondo le procedure dovrà naturalmente essere ampiamente pubblicizzata sotto forma di lettera aperta con inserzione a pagamento sulla stampa nazionale.


5) Ampliamento dello staff di consulenti ed esperti che forniscano l'indispensabile supporto per il raggiungimento delle finalità esposte nel documento esaminato in premessa.

E' indispensabile a questo punto ricorrere all'apporto di un gruppo esperti in materia giuridica che sorreggano le nostre proposizioni sotto il profilo tecnico.

Cari amici, queste dunque le iniziative che, mi rendo conto, richiedono una convinta e convincente mobilitazione generale della categoria.

Ma il momento è eccezionale e richiede uno sforzo eccezionale da parte di tutti, da parte di quella forza sociale che siamo e di cui oggi è in gioco la sua stessa sopravvivenza.



Stampa documento Stampa Invia una e-mail al CNI bancadati@cni-online.it