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COMUNICATO
Il neoeletto Consiglio Nazionale Ingegneri, all'atto del suo insediamento, preso atto delle contraddittorie alternanze e indicazioni espresse in sede di Governo e in sede politica, con riferimento alle più recenti notizie di stampa che riportano di una bozza di riforma delle professioni liberali, predisposta dal Governo, che prevede addirittura l'azzeramento di quasi tutti gli Ordini professionali, con eliminazione dell'obbligo di iscrizione agli Albi per l'esercizio delle professioni.
Esprime
la più viva preoccupazione per iniziative che contrastano con l'interesse generale che esige estese garanzie a tutela dei cittadini per quanti vengono ammessi a fornire prestazioni di tipo professionale intellettuale anche nell'ambito dell'Unione Europea e per garantire qualità della prestazione offerta, non sostituibile dalle dinamiche di mercato.
Stigmatizza
il comportamento di taluni componenti del Governo che, mediante uno scorretto approccio metodologico, tendono ad abolire le professioni, sia con l'artificio del decreto di riforma dei ministeri sia con l'introdurre nel Dpef, articolati normativi non suffragati da alcuna riflessione e concertazione.
Tale procedura, inoltre, disattende gli impegni assunti dal Presidente del Consiglio dei Ministri, pregiudicandone la correttezza e l'attendibilità ed annullando l'impegno del tavolo di consultazione per una ragionata e moderna riforma degli assetti delle professioni, sulla traccia del Disegno di Legge "Mirone".
Il Consiglio Nazionale, consapevole della urgente necessità di riforma delle strutture ordinistiche, conferma la propria disponibilità ad ogni iniziativa di concertazione.
Richiede
l'immediata audizione al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro di Grazia e Giustizia,
Chiede altresì
l'immediato avvio del tavolo della concertazione, così come solennemente annunciato dallo stesso Presidente del Consiglio, il 7 maggio scorso, quale metodo di lavoro essenziale.
Il Consiglio Nazionale Ingegneri dichiara, infine, che ricorrerà anche a vistose manifestazioni di protesta ivi compresa la mobilitazione generale della Categoria, d'intesa con le altre professioni, al fine di salvaguardare il ruolo che gli ingegneri svolgono per la sicurezza e per la tutela dell'ambiente, assicurando così la migliore riforma per gli interessi dei cittadini e quindi per l'interesse pubblico.
Richiama all'attenzione pubblica
l'insostituibile ruolo degli Ordini quali strutture democratiche che, nell'equilibrare il giusto rapporto delle attività intellettuali con gli interessi della collettività, si pongono come garanzia della libertà e dello sviluppo. La loro eliminazione ridurrebbe la gestione del Paese ad un puro confronto fra potere politico e potere economico.
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