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Rif. DV08382
Documento 03/09/2003 DOCUMENTO CNI
Fonte CNI
Tipo Documento DOCUMENTO CNI
Numero
Data 03/09/2003
Riferimento
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Titolo DOCUMENTO DEL CNI POSTO A BASE DEL DIBATTITO DEL 48 CONGRESSO DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI D'ITALIA
Testo DOCUMENTO DEL CNI POSTO A BASE DEL DIBATTITO DEL 48. CONGRESSO DEGLI ORDINI DEGLI INGEGNERI D'ITALIA

PREMESSA

Il Consiglio Nazionale nell'ambito della sua politica di sviluppo e tutela della Categoria, con l'obiettivo di disporre di un quadro organico e scientificamente affidabile sulla più probabile evoluzione della professione nei prossimi cinque anni, ha incaricato S3 STUDIUM, società leader negli studi di scenario di condurre un'indagine previsionale sul futuro degli ingegneri in Italia.
L'indagine diretta dal prof. Domenico De Masi, preside della facoltà di Sociologia di Roma e uno dei massimi esperti del settore , è stata articolata in tre grandi aree tematiche che riguardano:
- l'influenza del sistema Italia sulla professione dell'Ingegnere:
- l'evoluzione del lavoro e del ruolo dell'ingegnere;
- le prospettive relative alla formazione ed alle competenze professionali.

I risultati del rapporto in gran parte confermano linee di tendenza già percepite ed evidenziate in precedenza dal Consiglio Nazionale, ma l'autorevolezza e la terzietà dello studio, consolidano la previsione di uno scenario estremamente complesso per gli ingegneri evidenziando un passaggio cruciale e di certo non facile per la Categoria che si vedrà impegnata nei prossimi cinque anni in un eccezionale processo di evoluzione e cambiamento per effetto prima di tutto dei grandi mutamenti geopolitici e socio economici in atto.

Gli scenari esposti nella ricerca del prof. De Masi che evidenziano in particolare una decisa perdita di influenza sociale per l'Ingegnere e per l'Ordine degli Ingegneri non possono non scuotere la Categoria per portarla oggi a riflettere e ad interrogarsi sul suo futuro .

Di fronte a tali preoccupanti previsioni l' assemblea congressuale è allora chiamata ad individuare nuove linee di percorso, nuove iniziative in grado di coinvolgere tutto il potenziale che la Categoria degli ingegneri riassume per consolidare e rafforzare invece il ruolo e l'influenza sociale che l'Ingegnere e l' Ordine degli Ingegneri oggi detengono nella Paese.

Si tratta di una eccezionale sfida in cui la posta in gioco è il futuro degli ingegneri e dell'Ordine degli Ingegneri.

L'ANALISI

La ricerca offre numerosi spunti di riflessione e meritevoli di approfondimento ma in questo documento che costituisce la base per il dibattito del 48. Congresso Nazionale degli Ordini, si ritiene opportuno concentrare prioritariamente la riflessione sulla parte della ricerca dedicata alla previsione di perdita d'influenza sociale da parte dell'Ingegnere e da parte dell'Ordine degli Ingegneri nel Paese.
Si tratta di aspetti centrali che investono totalmente la rappresentanza della Categoria e di cui occorre sin da subito tenerne conto nell'azione da svolgere
Nella ricerca infatti si afferma chiaramente che "gli ingegneri saranno privi di grande influenza sulla situazione politica, sociale ed economica del Paese" e che ciò
"sarà dovuto soprattutto al fatto che essi saranno ancora lontani dall'essere un "corporazione": gli ingegneri continueranno ad essere dei singoli, poiché la preparazione tecnica in comune non potra essere il collante che li renda una massa compatta".
Gli ingegneri, avendo valori e doti razionali si assoceranno solo se sarà per loro vantaggioso e opportuno
Ed a riguardo dell'Ordine prosegue la ricerca
"Nei prossimi anni sarà peraltro il mercato del lavoro europeo a favorire il superamento degli Ordini Professionali.
Gli Ordini saranno via via sostituiti da forme di associazionismo professionale più efficaci nella valutazione delle competenze dei lavoratori e nella valorizzazione della categoria.
Le ambiguità della recente normativa sulle professioni e i percorsi formativi (legge 328 del 2001) produrranno una serie di "anfratti", di interessi particolari molto focalizzati (gruppi che riterranno di dover difendere - o viceversa conquistare - spazi professionali su cui insistono figure diverse).
Vi sarà dunque uno stimolo per un micro-associazionismo di tipo sostanzialmente corporativo, che riunirà numeri abbastanza esigui di ingegneri o di professionisti affini, con l'obiettivo di svolgere attività lobbystica.
La propensione associativa, al tempo stesso, sarà indebolita dagli effetti che la riforma universitaria (con la laurea breve e la laurea lunga) avrà sulla professione degli ingegneri (ovvero chi avrà il diritto di firma su quali tipi di progetto).
L'associazionismo, la flessibilità, la precarietà, la multidisciplinarità, sconvolgeranno il mondo professionale e l'Ordine dovrà affrontare questo cambiamento per non risultare sempre meno utile, rischiando di perdere il proprio potere di influenza.

Il persistente prestigio sociale degli ingegneri, che rappresenteranno ancora a lungo degli opinion leader all'interno del tessuto sociale, non sarà sufficiente a garantire all'Ordine la possibilità di mantenere la propria influenza sulla società e la politica.
Gli Ordini degli Ingegneri reagiranno alle tendenze della liberalizzazione spostando progressivamente le proprie strategie dal piano istituzionale a quello associativo.

nel nostro Paese gli Ordini Professionali continueranno ad essere privi della capacità di esercitare il loro " vero mestiere " ossia:
- individuare i problemi deontologici;
- controllare e disciplinare i propri membri."

Indiscutibilmente sotto i profili richiamati la ricerca tratteggia un quadro che necessita di ulteriori analisi ed approfondimenti ma certamente assai preoccupante che si aggiunge peraltro a segnali gia percepiti in altre sedi ed occasioni e che quindi serve a confermare linee di tendenza in atto.

Le cause sono sicuramente molteplici e vengono da lontano nel tempo e nello spazio, ma sicuramente un'accelerazione verso i gravi scenari prefigurati va ricercata nella recente riforma universitaria ed in particolare nel DPR328/01 per la cui abolizione il CNI ha avviato e continua ad avviare ogni iniziativa in tutte le sedi.

Dalla ricerca si ricava dunque che gli ingegneri sono lontani dal costituire una corporazione in quanto il collante della comune matrice formativa non è sufficiente e che se si assoceranno lo faranno in associazioni destinate a sostituire via via l'Ordine in quanto tali associazioni ritenute più efficaci nella valutazione delle competenze e nella rappresentanza degli interessi.

Ora non v'è dubbio che se la Categoria ambisce ad ergersi a forza sociale come ha costantemente affermato in tutta una serie di recenti risoluzioni congressuali deve prima di tutto costituire essa stessa "massa compatta" e di conseguenza vanno subito individuate strategie che consentano di creare elementi di coesione fra tutti gli ingegneri, professionisti iscritti e non iscritti, tali da costituire una "massa compatta".

L'Ordine potrà essere l'elemento di coesione se saprà porsi con maggiore incisività da un lato porsi come strumento di risposta delle esigenze che gli ingegneri incontrano nella loro attività e dall'altro come organismo di rappresentanza della Categoria nel suo insieme e quindi di tutte le varie e molteplici componenti che coesistono al suo interno.
Se l'Ordine non si porrà in questi termini diventerà "inadeguato rispetto alla complessità del reale, esso sarà incapace di rispondere alla frammentazione delle specializzazioni e della stessa figura del libero professionista."
Una prima considerazione è quindi che l'attuale tendenza potrà essere contrastata solo evolvendo l'Ordine in maniera tale da affiancare alle sue tradizionali ma irrinunciabili funzioni istituzionali anche quelle di fornitore di servizi per tutti gli iscritti di qualsiasi componente essi siano da un lato e di efficace ed incisivo organismo di rappresentanza degli interessi dall'altro.

Occorre chiarezza di obiettivo cui si potrà tendere direttamente da parte dell'Ordine ovvero anche con strutture collaterali superando gli angusti ambiti cui oggi la norma e la prassi costringono la rappresentanza di Categoria.

Sul piano più strettamente della rappresentanza va considerato poi che nella società postindustriale di oggi il lavoro ,che in misura sempre maggiore è lavoro intellettuale, è sempre più rappresentato da strutture associative abbandonando via via intermediazioni di tipo sindacale.

Si sta delineando pertanto una tendenza alla rappresentanza diretta degli interessi da parte delle professioni che è bene notare diversamente dalla rappresentanza sindacale dei lavoratori nell'era industriale, in questo caso vanno ben oltre il mero aspetto contrattuale economico per includere invece fattori conoscitivi, culturali, economici, etici, sociali , e di rapporto con il sistema politico ed istituzionale.
L'Ordine degli Ingegneri potrà inserirsi In questa linea di tendenza tesa alla rappresentanza diretta degli interessi se sarà in grado di coagulare una convinta adesione da parte degli iscritti da un lato e dall'altro sviluppare una strategia di diretta incisione sul sistema socio-politico facendosi portatore delle istanze e degli interessi di tutte le molteplici componenti che albergano al suo interno.
I temi sopra delineati richiedono inevitabilmente alcune riflessioni: ad una associazione si aderisce volontariamente in quanto si ritiene che l'appartenenza a quella associazione consenta dei vantaggi; ad un ordine che si limiti alle sue funzioni istituzionali di oggi si è obbligati ad aderire per poter esercitare la professione. Si tratta quindi prioritariamente di trasformare con una nuova strategia un'adesione di legge in un adesione anche convinta e convincente che sola rinforza la rappresentanza.
Va evidenziato peraltro che l'obbligo di iscrizione all'Ordine deve necessariamente essere esteso a tutti coloro che esercitano la professione in qualsiasi forma essa venga svolta per un irrinunciabile controllo della qualità e dell'etica nell'interesse superiore dei cittadini e della collettività

Si ritiene infine opportuno soffermarsi su un altro significativo passaggio messo in evidenza dallo studio del prof.De Masi su cui la Categoria dovrà particolarmente meditare e che sinteticamente può definirsi come la necessità di una formazione umanistica per portare l'ingegnere dei prossimi anni ad una visione etica della società e dell'ambiente.
In altre parole la maggiore " potenza " tecnologica di cui in futuro si potrà disporre consentirà sempre più una maggiore scelta di approcci ed alternative alle varie problematiche che si pongono all'ingegnere.
La possibilità di disporre di più soluzioni imporrà da un lato all'ingegnere di abbandonare il suo abito di problem solving e dall'altro richiederà all'ingegnere una cultura umanistica che non vuol dire aver frequentato il liceo classico ma vuol dire avere una formazione oltre che tecnica che abbracci anche discipline sociologiche, ambientali , economiche e filosofiche.
Si richiede quindi per l'ingegnere del futuro una formazione sempre più ampia che coniughi le conoscenze tecniche con quelle umanistiche in una sintesi che soltanto sarà in grado di influire positivamente sulla capacità di inquadrare i problemi e le soluzioni in un contesto molto articolato.
D'altro canto dalla ricerca emerge una nuova ed ambiziosa figura dell'ingegnere che rifiuta il semplice tecnicismo per ambire invece a livelli più alti che gli consentano di uscire dal guscio della tecnologia e della soluzione tecnica avulsa dal contesto socio-culturale " per ambire a livelli che gli consentano di fronteggiare i contesti territoriali e ponendo attenzione ai segnali del m ercato".
.L'ingegnere del futuro si allontana quindi dalla figura del tecnico che risolve il problema fine a se stesso ma vuole individuare la soluzione in un contesto più ampio che tenga conto delle spinte sociali, ambientali ed economiche. L'ingegnere vorrà interpretare il suo ruolo in una visione etica dell'ambiente e della società rifiutando un mero tecnicismo ormai superato.
Si profila quindi una nuova mission per l'ingegnere in una dimensione etica dell'ambiente e della società . Nella misura in cui l'ingegnere saprà anticipare e rendersi interprete dei nuovi valori della società potrà assumere in essa un ruolo di riferimento e di influenza tanto più elevato.
In altre parole in una società che cambia rendendosi sempre più sensibile ai valori dell'individuo e delle dimensioni sociali ma anche più sensibile ai valori del paesaggio, dell'ambiente, delle risorse energetiche e dello sviluppo sostenibile, si apre per l'ingegnere una nuova frontiera con un ruolo centrale se sarà in grado di assumere scelte responsabili tenendo conto di tutti i parametri in gioco.
Quindi un'ingegnere non più capace di risolvere i problemi come un computer ma autentico soggetto professionale dotato di ampie conoscenze e cultura in grado di diventare autentico protagonista delle scelte della società di domani. Un simile ambizioso livello impone un comportamento professionale da parte dell'ingegnere sempre più responsabile, responsabilità nei confronti del paesaggio, dll'ambiente delle risorse della società e sostenuto da una forte etica, l'etica della professione dell'ingegneria.

DALL'ANALISI ALLA PROPOSTA

L'analisi degli aspetti presi in considerazione portano all'individuazione di alcuni settori strategici che sinteticamente così si definiscono:

- I SERVIZI FORNITI DALL'ORDINE

- L'ETICA DELLA PROFESSIONE NELL'INGEGNERIA

- LA RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI

Su questi settori d'intervento dovrà concentrarsi la riflessione ed il dibattito per la definizione delle successive strategie .

I SERVIZI FORNITI DALL'ORDINE

Appare chiara, per quanto esposto in precedenza, la necessità per l'Ordine di ampliare le proprie strategie dal piano istituzionale puntando in maniera massiccia sull'offerta di servizi di alta qualità riservati agli iscritti all'Ordine.
In altre parole l'Ordine deve essere in grado di dare risposta a tutte le richieste che provengono dai professionisti oggi pressati dalle spinte derivanti da diversi e molteplici fattori quali, la concorrenza nazionale ed anche straniera, l'evoluzione tecnologica, la necessità di conoscenze multidisciplinari, la massiccia produzione legislativa ecc.

E' un percorso completamente aperto che consente all'Ordine un salto considerevole di qualità per passare da organismo di semplice controllo a strumento attivo di crescita e di promozione della professionalità e della qualità dei propri iscritti.
E' una strada che va affrontata con impegno e con l'ottica anche che solo offrendo servizi di qualità ed adeguati si potrà trasformare in convinta e convincente un'adesione oggi dovuta invece per obbligo di legge.
In altre parole accanto alla tradizionale funzione istituzionale l'Ordine si dovrà impegnare convintamene sul terreno dei servizi resi agli iscritti.
E' un passaggio indispensabile per far sì che il legame con la popolazione degli ingegneri ne esca fortemente rafforzato e si passi da un'adesione obbligata ad una convinta.

L'avvio di servizi , necessariamente di alta qualità si prospetta come essenziale per il futuro dell'Ordine. In realtà in questo senso vanno anche i disegni di legge di riforma attualmente in dibattito che già affidano all'Ordine l'aggiornamento professionale.
Ma l'impressione è che bisogna andare ancora ben oltre queste proposte.

Aggiornamento - formazione professionale- tirocinio:
Corsi di aggiornamento in maniera più o meno organizzata e continua costituiscono un'attività ormai avviata ; si tratta di passare ora ad una seconda fase in cui il corso di aggiornamento non è più un evento episodico ma viene inserito in un percorso organico e continuo e di alta qualità in stretta sinergia con l'Università ; occorrerà dotarsi poi di una strategia integrata che affronti unitariamente la formazione professionale ed il tirocinio in stretto collegamento con le associazioni industriali e la pubblica amministrazione;
in tal senso si rende opportuna e necessaria l'istituzione di una Scuola Superiore dell'Ingegneria allo scopo di incentivare e garantire la formazione permanente dei professionisti;

Come pure dovrà avviarsi una ulteriore spinta su percorsi già avviati quali:
Banca dati occupazionale
Pubblicazione concorsi e bandi di gare
Consulenza ed assistenza in ambito fiscale, amministrativo, previdenziale e tariffario

Vanno esplorati peraltro nuovi ed ambiziosi terreni di attività per l'Ordine quali ad esempio:
La certificazione della professionalità e delle competenze dotandosi di strumenti di valutazione, validazione dei propri membri.
La validazione del progetto
La collaborazione con la pubblica amministrazione, le associazioni imprenditoriali e l'università per la definizione degli skills professionali e l'accreditamento della formazione universitaria attraverso l'esame di stato gestito dagli ordini.

Tutto questo tenendo presente che il perseguimento di tali obiettivi richiederà l'investimento di notevoli risorse economiche.

L' ETICA DELLA PROFESSIONE NELL'INGEGNERIA

Dalla ricerca emerge che se l'ingegnere vorrà consolidare e rafforzare ruolo influenza sociale nel futuro dovrà allontanarsi dal mero tecnicismo per passare ad un livello più elevato che gli consenta di partecipare alle scelte con un comportamento responsabile ed una visione etica della società e dell'ambiente in cui vive. Arrivare a questo livello di operatività e quindi di ruolo e di influenza sociale sarà possibile prima di tutto allargando la formazione dell'ingegnere alle discipline umanistiche, dotandolo in sostanza di una cultura e conoscenza più ampia .
Su questa linea si apre la necessità di intervenire quindi prima di tutto sul percorso formativo universitario che inserendosi nel tradizionale alveo dell'ingegneria italiana fondata su una solida cultura di base, dovrà ora allargarsi alle discipline umanistiche ed economiche per continuare poi anche nelle fasi successive della formazione permanente aprendo così all'Ordine un ampio specchio d'intervento con attività tese a rafforzare la responsabilità delle scelte e la coscienza etica dell'ingegnere.
Accanto alle tradizionali funzioni deontologiche e disciplinari dell'Ordine che necessariamente dovranno essere aggiornate ( con un nuovo e moderno codice deontologico) rafforzate e riorganizzate ( nella struttura,modalità e tempi) , potrà così aprirsi un nuovo settore di attività(ad esempio con percorsi continui e mirati a mantenere ed aumentare la sensibilità per le dimensioni sociali ed ambientali) tese appunto alla visione etica della professione e della vita che incontestabilmente vedranno nell'Ordine il referente principale. In tale linea di percorso si rende opportuna e necessaria l'istituzione di un Comitato per l'Etica della Professione nell'Ingegneria quale punto di riferimento per la materia.
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LA RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI

Il problema che qui si deve affrontare non è su quali siano gli interessi da rappresentare ma sul come, in quali modi oggi la Categoria possa e debba rappresentare i propri interessi.
Il problema si pone prima di tutto in termini di come rappresentare una variegata popolazione di ingegneri che aderisce convintamene all'Ordine ritenendo che questo sia in grado di esprimere e tutelare al meglio i propri interessi.
Ovviamente questo deve avvenire prima per ogni singolo iscritto ma anche per ognuna delle varie e molteplici componenti che si ritrovano sotto 'ombrello dell'Ordine.( Sezione A e sezione B settore civile, industriale ed informatico ma anche componenti trasversali quali liberi professionisti, dipendenti, docenti ecc.) . Questo richiede una struttura in grado di far emergere le problematiche e gli interessi delle molteplici componenti dandosi capacità di sintesi per farsi portavoce delle istanze che provengono dai vari settori.

La pluralità e diversità di interessi che peraltro possiedono contenuti unificanti deve essere sentita e strategicamente utilizzata come la vera forza della Categoria.
Quindi l'Ordine deve sapersi porre come organizzazione in grado di rappresentare tutte le varie componenti vecchie e nuove.

Un'accusa che spesso viene fatta all'Ordine e confermata nella ricerca De Masi è quella che le rappresentanze degli ingegneri a tutti i livelli sono prevalentemente impegnate sugli interessi del settore civile e dei liberi professionisti.
Se così è si apre subito una linea di percorso tesa ad un impegno nelle aree su cui la rappresentanza in passato è stata meno incisiva.
In particolare ancorché la ricerca preveda nei prossimi anni un incremento della libera professione gli ingegneri dipendenti saranno sempre e comunque in numero maggiore.
Verso quest'area dell'ingegnere dipendente quindi in particolare dovranno essere spinte le analisi per individuare modalità adeguate per dare un'efficace risposta in termini di rappresentanza.

Particolare attenzione dovrà essere posta alla completa integrazione della Sezione B evitando a questa la necessità di chiudersi su se stessa a difesa di propri interessi minando l'unità della Categoria-

Se da un lato, all'interno della Categoria, il primo problema è quello di ricevere un'adesione convinta da parte degli iscritti d'altro canto all'esterno il vero nodo che si pone è quello del come attuare la rappresentanza in maniera efficace per la migliore valorizzazione della Categoria.

Il nodo da sciogliere è quello di come superare gli attuali schemi di rappresentanza presso organi istituzionali e le forze politiche ma anche di come organizzare le modalità comunicative e di come fare opinione presso i mass media e gli opinion leader.

In altre parole quale strategia dell'influenza diretta ed indiretta debba essere individuata ed attuata dall'Ordine per valorizzare al meglio la Categoria ed il ruolo dell'ingegnere nella società.

Sicuramente questi aspetti vanno valutati e definiti non certo all'interno della cornice attuale dell'Ordine e probabilmente neanche all'interno di quella delineata nei recenti disegni di legge ma forzando e rimovendone i limiti probabilmente ancora troppo angusti. Occorre accelerare i processi di evoluzione forse anticipando modelli che stentano ad essere accettati e condivisi.
Occorre spingere la Categoria verso la modernizzazione in un contesto di integrazione europea.

Questi temi devono essere allora affrontati in una nuova dimensione completamente astratta in cui ci si pone concretamente il problema di definire in quali modi debba porsi la rappresentanza di una forza sociale con il mondo istituzionale e politico.

Se è vero che nell'attuale società postindustriale si sta delineando una tendenza alla rappresentanza diretta degli interessi escludendo intermediazioni sindacali o di qualsiasi altro tipo; se è vero che tale tendenza trova una sua ragion d'essere nella necessità del lavoro intellettuale di disporre di una rappresentanza che vada ben oltre i meri interessi economici per includere invece anche fattori conoscitivi, culturali, economici, sociali e di relazionalità politica,
allora è giunto il momento che la Categoria rifletta e scelga una formula di rappresentanza diretta degna di una forza sociale.

Va capito se nella società della conoscenza ci si debba limitare ad una mediazione e concertazione degli interessi ovvero se sono maturi i tempi per passare anche a formule più dirette ed incisive di rappresentanza con una forte strategia di influenza ed una lobby esplicita a tutto campo.

Negli ultimi anni è stato promosso il processo unionistico delle professioni regolamentate con il CUP il quale ha avviato una politica di mediazione degli interessi con le istituzioni Questa piattaforma di lavoro costituisce sicuramente un presupposto da portare avanti ma che fino ad oggi non si è rivelata significativamente produttiva.
Occorre quindi a fianco dei percorsi tradizionali individuare formule più dirette ed incisive in grado di portare efficacemente nelle sedi decisionali gli interessi degli ingegneri.

S'impone peraltro una crescita culturale della Categoria con l'abbandono di sudditanze

politiche e l'assunzione di responsabilità dirette
Gli ingegneri dovranno quindi prendere atto della gravità dello scenario prefigurato dalla ricerca De Masi approfondendo tutto un ventaglio di nuove iniziative che vanno dall'impegno diretto ed indipendente, alla promozione di organizzazioni politiche per arrivare infine ad esplorare la possibilità che la Categoria promuova ed avvii un'organizzazione collaterale quale movimento politico dei lavoratori della conoscenza in grado anche di esprimere rappresentanze parlamentari proprie.

E' tempo forse di parlare apertamente di un movimento delle professioni aprendosi quindi uno spazio di riferimento e di intervento di politica allargata per gli Ingegneri.

Si tratta di nuovi scenari anche avanzati che però i nuovi tempi e soprattutto le prospettive di declino della Categoria così come traspaiono dalla ricerca De masi impongono di approfondire e di esplorare per arrivare ad una efficace rappresentanza degli interessi degli ingegneri.

Documento del CNI a base del 48^ Congresso

30 agosto 2003
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