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Rif. DV08760
Documento 10/06/2004 ARTICOLO
Fonte IL SOLE 24ORE
Tipo Documento ARTICOLO
Numero
Data 10/06/2004
Riferimento
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Titolo 'IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA ANNUNCIA UN DECRETO CON LA PROROGA DELLA SCADENZA DEL 30 GIUGNO'
Testo Slittano le misure di sicurezza salva-privacy. La proroga è stata annunciata ieri dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che ha intenzione di predisporre un decreto legge ad hoc, da presentare al prossimo Consiglio dei ministri, che si terrà la prossima settimana. Ma le regole per blindare gli archivi consono le sole a slittare: la proroga riguarderà tutti gli adempimenti in scadenza il prossimo 30 giugno. Un intervento generalizzato che, fanno sapere dal ministero, è indotto dalle richieste provenienti dai soggetti interessati, in ritardo con gli obblighi.

Le misure di sicurezza. La proroga principale è, tuttavia, quella delle misure di sicurezza. Il 30 giugno, infatti, chi gestisce dati personali deve adottare le misure minime di sicurezza "nuove", previste dal Codice della privacy, entrato in vigore il 1 gennaio scorso. In particolare, però, la proroga inciderebbe sulla predisposizione del documento programmatico sulla sicurezza (Dps), che devono adottare tutti quanti utilizzano dati giudiziari e sensibili. In effetti, la scadenza indicata dal codice per la messa a punto del Dps è quella del 31 marzo, ma un intervento del Garante della privacy di fine marzo l’ha inclusa fra quelle di fine giugno.

La proroga annunciata da Castelli cade nel momento in cui lo stesso Granate sta lavorando per mettere a punto uno schema di Dps, che dovrebbe essere a breve disponibile sul sito, e dopo che le categorie interessate, dalle aziende ai professionisti, hanno già iniziato a ragionare sull’adempimento.

Gli altri adempimenti. Oltre alle ministre di sicurezza, il decreto legge di via Arenula farebbe slittare altri obblighi in scadenza il 30 giugno. Si tratta, in particolare, di parte degli adempimenti indicati nell’articolo 181 del Codice, uno dei quali riguarda in maniera diretta lo stesso ministero. Entro fine giugno, infatti, la Giustizia dovrà indicare, con un decreto, i trattamenti di dati non occasionali effettuati con strumenti elettronici da parte degli uffici giudiziari, del Consiglio superiore della magistratura e degli altri organi di autogoverno, nonché dello stesso ministero.

Lo stesso dovrà fare, sempre entro il 30 giugno, il ministero dell’Interno, che dovrà individuare (sempre con un decreto) i trattamenti non occasionali di informazioni personali effettuati con strumenti elettronici da parte del Centro elaborazione dati del Dipartimento della pubblica sicurezza, da Forze di polizia e da altro soggetti pubblici per finalità di prevenzione e accertamento dei reati.

Un’altra proroga dovrebbe riguardare il trattamento dei dati sensibili. In particolare, l’articolo 26 del Codice esonera dagli obblighi relativi all’utilizzo delle informazioni particolarmente riservate le confessioni religiose e le associazioni ed enti senza scopo di lucro. A condizione, però, che indichino agli interessati le particolari condizioni adottate per proteggere i dati sensibili raccolti. Adempimento che dovranno assolvere entro fine giugno.

L’ultima proroga dovrebbe interessare la comunicazione al Garante di particolari utilizzi di dati personali. Secondo l’articolo 39 del Codice, infatti, il titolare del trattamento deve mettere l’Authority al corrente dello scambio di informazioni, non prevista da una legge, tra due soggetti pubblici. Inoltre, deve essere comunicato al Garante il trattamento di dati idonei a rilevare lo stato di salute previsto da programmi di ricerca biomedica o sanitaria. Anche in questo caso, per il Guardasigilli la scadenza di fine giugno è troppo stretta.
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