Testo
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Caro Presidente,
Cari Consiglieri,
avevamo assunto l’impegno in Assemblea di informarVi sulle iniziative in corso in relazione alla riforma della professione.
Il Consiglio, e tutti i Consiglieri, in particolare il V.Presidente Bonfà delegato ai rapporti con gli altri Ordini e Collegi, sono fortemente impegnati in tutte le attività utili per ottenere risultati positivi a tutela della categoria, nel quadro generale di garanzia degli interessi collettivi.
Riteniamo, infatti, che la riforma sia un’opportunità per la modernizzazione e l’efficienza della professione e dei suoi organi di governo; può, inoltre e soprattutto, rappresentare una grande occasione per contribuire a ridisegnare un nuovo quadro di sviluppo della nostra società, più attento alle esigenze di tutela ambientale e miglioramento della qualità della vita.
Purtuttavia, è indispensabile che i regolamenti da approvare, nel rispetto della legge, debbano tener conto delle nostre peculiarità e della necessità di garantire adeguatamente, come da noi auspicato, l’utente delle nostre prestazioni.
Per questo, stiamo attuando svariate azioni tese sia a modificare alcuni aspetti della riforma che non ci convincono (in particolare sulle società tra professionisti) sia ad evitare ulteriori provvedimenti restrittivi, proposti di recente (in particolare l’eliminazione delle tariffe anche come solo riferimento e nei casi di contenzioso).
Stiamo operando essenzialmente su tre fronti:
1) Rapporti istituzionali sia ufficiali che ufficiosi con il Governo, Autorità Garanti, organismi politici ed istituzioni;
2) Interventi, con l’impegno del nostro addetto stampa, per ottenere spazi adeguati su giornali e televisioni per far conoscere la posizione e le peculiarità della nostra categoria e la disponibilità ad accogliere gran parte delle norme approvate, pur battendoci per alcune modifiche che riteniamo essenziali;
3) Intese e contatti, sia nell’ambito degli organismi ufficiali di categoria che con riunioni dirette con singoli altri Ordini e Collegi; ciò per individuare punti di intesa comuni su cui proporre documenti unitari, ma anche per concordare azioni che possano produrre maggiori effetti.
Come già anticipato in Assemblea, non riteniamo utile riportare l’elenco (pur corposo) degli innumerevoli incontri e contatti avuti (per alcuni ci è stata richiesta la riservatezza), anche ad altissimo livello, con varie istituzioni pubbliche sia governative che politiche che di importanti organi (autorità etc.).
Da questi incontri è emerso che il nostro interlocutore resta (e per noi è certamente un dato positivo) il Ministero della Giustizia.
Abbiamo concordato direttamente, quindi, con il Ministro della Giustizia le procedure per l’approvazione da parte del Governo del testo del DPR riportante le modifiche ordinamentali strettamente connesse (è una scelta precisa e condivisa per evitare in questa fase piuttosto delicata ulteriori interventi modificativi e presumibilmente peggiorativi) ai punti riformati.
Ricordiamo che il termine per l’approvazione definitiva del provvedimento è il 13 agosto 2012.
Il Ministro ci ha assicurato che a breve avremo a disposizione un riferimento diretto del Ministero con cui dialogare sulle proposte che dovremo sottoporre alla loro attenzione.
In una fase immediatamente successiva si lavorerà alla stesura del Testo Unico che sostituirà integralmente l’attuale ordinamento.
Veniamo alle proposte, che stiamo elaborando d’intesa con le altre professioni (in particolare quelle tecniche), con le quali stiamo lavorando a ipotesi comuni, che vi sottoporremo non appena saranno meglio definite, nel contesto del quadro normativo, in queste ore ancora in discussione.
Circa la presenza sulla stampa e sulle televisioni, sottolineiamo che vi è stata una notevole attività, tanto da essere ormai regolarmente contattati su molti temi e non solo quelli strettamente connessi alle liberalizzazioni.
A breve Vi invieremo una rassegna stampa riepilogativa.
Sul tema delle proposte concrete, abbiamo già tenuto sia riunioni con il CUP che con il PAT, del quale abbiamo mantenuto il coordinamento.
Abbiamo proposto il rientro nel CUP, indicando alcune modifiche statutarie per il rispetto dell’autonomia delle professioni tecniche e la conseguente specifica rappresentanza nei vertici dell’organismo.
Ma altra condizione, non trascurabile, è che le altre aree professionali, in particolare quella economico-legale, assumano una posizione più aperta circa alcuni aspetti ormai ineludibili delle liberalizzazioni.
Riportiamo, quindi, di seguito un sintetico riassunto sugli aspetti importanti della riforma, che dovranno essere oggetto del DPR, come previsti dalla 183/2011 :
1) Libero accesso alla professione (resta fermo l’esame di abilitazione come previsto dall’art.33 della Costituzione);
2) Esercizio professionale fondato e ordinato su principi di autonomia ed indipendenza;
3) Obbligo di istituzione di un meccanismo di formazione continua per gli iscritti;
4) Tirocinio non superiore a diciotto mesi, con possibilità di svolgimento anche durante il corso di studi;
5) Corresponsione di un equo compenso al praticante, determinato in relazione al concreto apporto all’attività dello studio;
5) Pattuizione del compenso del professionista in forma scritta, all’atto del conferimento dell’incarico professionale (senza alcun riferimento alle tariffe);
6) Obbligo di stipula di polizza assicurativa, a tutela dell’utente;
7) Creazione di nuovi organismi disciplinari interni agli Albi ma diversi dai Consigli;
8) Possibilità di pubblicizzare la propria attività professionale, purchè in modo veritiero e corretto.
Su alcuni dei temi precedenti si stanno definendo alcuni principi, sui quali, tra le professioni tecniche, vi è convergenza, che sottoponiamo alla Vostra attenzione:
- Pubblicità: inserimento nei codici deontologici di principi di tutela degli utenti, al fine di evitare pubblicità ingannevoli;
- Collegi disciplinari a livello regionale o comunque interessanti più Ordini, con commissari iscritti agli Albi individuati dai Consigli;
- Tirocinio: sia pre che post laurea, della durata massima di sei mesi; in alternativa: corsi "professionalizzanti" svolti durante o immediatamente dopo la formazione universitaria;
- Assicurazioni obbligatorie: solo per quelli che esercitano effettivamente l'attività; copia della polizza va allegata alla lettera d'incarico;
- Formazione continua e obbligatoria: affidata agli Ordini e deve tener conto di: eventi - corsi - gare - seminari- esperienze - pubblicazioni; i relativi regolamenti devono essere di competenza dei singoli organismi nazionali; il costo deve esse detraibile dalle tasse.
Per quanto riguarda le società tra professionisti, la questione è estremamente delicata; alcuni aspetti potranno essere chiariti nel DM di applicazione della norma, da approvarsi entro maggio; altri hanno bisogno probabilmente di modifiche normative, che proporremo al Governo o al Parlamento.
Stiamo studiando le possibili soluzioni, finalizzate a eliminare o al più limitare a quote di minoranza il capitale di soci non professionisti.
Inoltre, è indispensabile l’iscrizione delle società professionali o comunque esercenti l’attività professionale anche tipica ma non riservata in sezioni speciali degli albi professionali nonché il divieto di partecipazione al capitale sociale di professionisti oggetto di provvedimenti disciplinari di radiazione sia direttamente che per il tramite di altri soggetti giuridici.
Altre regole importanti riguardano la riserva ai soli soci professionisti e modifiche al regime disciplinare nella parte delle sanzioni introducendo per le società l’aspetto pecuniario.
Nei prossimi giorni è previsto un calendario fitto di incontri e riunioni, anche direttamente con il Ministro della Giustizia, per affrontare tutti i temi che abbiamo sinteticamente esposti, dei cui sviluppi vi terremo informati.
P.S.: Si allega intervento del presidente ing. Armando Zambrano apparso sul Corriere della Sera di oggi in merito alla Riforma delle professioni. L’articolo è presente nella rassegna dell’ufficio stampa CNI.
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