|
Testo
|
Con la presente lo scrivente Consiglio Nazionale richiede l’autorevole parere di Codesto Ministero relativamente alla posizione previdenziale dei professionisti Ingegneri che saltuariamente hanno rapporti di lavoro subordinato; in particolare per coloro che sono assunti dall’Amministrazione Scolastica per periodi di supplenza temporanea o anche per incarichi annuali presso varie scuole della provincia e fuori provincia.
Nei periodi di rapporto di lavoro subordinato, avendo partita IVA e, pertanto, essendo iscritti ad Inarcassa, perdono la loro iscrizione ai sensi dello Statuto dell’Ente per poi essere riammessi non appena cessa il rapporto di lavoro.
Si verifica, allora, che il dipendente è tenuto a versare i propri contributi previdenziali, maggiorando la prestazione del 4% che va alla Gestione Separata INPS per poi conguagliarlo con un ulteriore 6% sul reddito netto prodotto in un anno. L’Inarcassa contemporaneamente anche se il professionista è cancellato richiede il pagamento del contributo soggettivo. Paradossalmente per un’iscrizione di un solo giorno si versa per l’intero anno il contributo soggettivo. Solo se non si supera il reddito che comporta il pagamento del contributo minimo (ora € 1.155,00), quest’ultimo viene frazionato in dodicesimi di anno (art. 24 dello Statuto Inarcassa). Il pagamento del contributo soggettivo quando questo supera il minimo ed in presenza di iscrizione temporanea, in assenza di norma, viene richiesto per intero dall’Inarcassa. Il risultato è duplice: il contribuente versa due volte ai fini previdenziali (Inarcassa ed INPS) e per di più versa all’Inarcassa pur essendo cancellato dai ruoli di detto Ente.
Alla luce di quanto esposto si chiede di voler verificare tutta la questione ed in caso di illegittimità di disporre quanto di vostra competenza per il reintegro delle somme versate e non dovute.
In attesa di un cortese riscontro, si porgono distinti saluti.
|
