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Come è noto la stesura definitiva del decreto legislativo in oggetto ha inopinatamente escluso gli Ordini professionali dai soggetti formatori per lo svolgimento dei corsi di qualificazione per i Responsabili e gli Addetti dei Servizi di Prevenzione e Protezione di cui agli artt. 8 e 9 del Decr.Lgst. 626\94.
Tale esclusione è chiaramente penalizzante del ruolo dei nostri Ordini provinciali che in gran numero ne hanno rilevata la gravità.
Il Consiglio Nazionale è immediatamente intervenuto nelle sedi competenti rivendicando il pieno diritto degli Ordini professionali, e di quelli degli ingegneri in particolare, a formare i propri iscritti, come peraltro già avviene sia nell’ambito stesso della sicurezza (Corsi su D.L. 494\96 e corsi sulla normativa antincendio di cui al DM 25.3.85) che in altri settori dell’ingegneria (Corsi sulla normativa sismica).
In tale ottica è stato ufficialmente chiesto alla Conferenza Stato-Regioni di attribuire appunto agli Ordini professionali il ruolo di soggetti formatori nel rispetto di quanto previsto dal comma 3 dell’art. 2, del predetto D.Lv. 195\03.
Su questo aspetto si è registrata la forte opposizione delle Regioni che sostengono la propria esclusiva competenza in materia di formazione per effetto della modifica dell’art. 117 della Costituzione.
Nonostante tale opposizione le argomentazioni proposte dal CNI sono state tenute in debito conto tanto che con una procedura mai prima adottata, è stata appositamente convocata una seduta della Conferenza proprio per l’audizione del CNI e di pochi altri organismi interessati alla problematica (Confindustria, ANCE, Confartigianato).
La seduta si è svolta il giorno 7 luglio u.s. e In tale occasione il CNI ha esposto con forza e puntualità le proprie motivazioni producendo un articolato documento.
E’ stata preliminarmente evidenziata una inadeguata qualificazione formativa e professionale del RSPP, così come definita dal Decreto. E’ stato quindi lamentato il mancato inserimento fra i soggetti formatori, limitatamente ai propri iscritti, degli Ordini professionali delle categorie interessate, in particolare degli ingegneri. E’ stato infine rilevato come debba essere prevista una adeguata differenziazione dei corsi di qualificazione in base al livello formativo e professionale posseduto dai soggetti interessati.
A conclusione dell’audizione è stato assicurato che si terrà conto delle nostre osservazioni e richieste.
Risulta evidente come il percorso intrapreso dal CNI faccia intravedere un felice esito della nostra iniziativa, ma non bisogna abbassare la guardia e occorre pertanto che l’intera categoria rimanga mobilitata.
Il CNI continuerà a seguire con attenzione la vicenda ed invita altresì gli Ordini provinciali che ne avessero la possibilità ad intervenire presso le rispettive Regioni per sensibilizzarle sulla questione.
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