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In questi ultimi giorni è pervenuta da parte di alcuni Ordini Provinciali la richiesta di integrare l’ordine del giorno dell’ Assemblea dei Presidenti convocata per il 7 ottobre 2006 con i seguenti argomenti:
- Consiglio Nazionale: proposte e decisioni;
- Modifica dello Statuto dell’ Assemblea dei Presidenti.
Numerosi altri Ordini, avendo ricevuto copia delle citate missive, hanno, di contro, invitato lo scrivente Consiglio Nazionale a non modificare l’ ordine del giorno, già fissato in sede assembleare a Treviso, dedicato interamente a problematiche di vitale importanza per la Categoria, quali la Riforma degli Ordini e delle Professioni e gli effetti della Legge Visco - Bersani.
Sono in corso continui incontri ed audizioni, dei quali si riferirà diffusamente il 7 p.v., con il Ministero di Giustizia ed, in particolare, con il Sottosegretario Delegato Scotti ed è urgente ed indifferibile acquisire una posizione unitaria di Categoria, al fine di garantirne la sopravvivenza stessa.
In tal senso il Consiglio Nazionale, sia nella sua precedente composizione, sia in quella attuale, ha dato risposta al mandato conferito a Treviso di predisporre una traccia su cui aprire un ampio dibattito.
Per tale motivo venne fissata la data del 7 ottobre per un’Assemblea che si configurava come prosecuzione di quella tenutasi in sede congressuale.
Il precedente e l’odierno Consiglio Nazionale hanno provveduto, rispettivamente, a predisporre un parere sugli effetti dell’ entrata in vigore della Legge 248 del 4 agosto 2006 (Bersani) - già trasmesso a tutti gli Ordini - ed un articolato documento che è stato approvato all’ unanimità dal C.N.I. nella seduta del 2 ottobre u.s. - e che verrà messo a disposizione di tutti i partecipanti alla riunione del 7 ottobre - sulla legge di riforma degli Ordini e delle Professioni e sugli scenari che ci riguardano a breve termine.
Le funzioni attribuite dalla legge al Consiglio Nazionale ed il rispetto dei più elementari principi di etica e di democrazia - non può esistere democrazia senza regole - impongono, in questo caso come in ogni altro, una verifica delle regole vigenti e l’impegno a rispettare ed a far rispettare le stesse.
L’art. 2 del vigente statuto e regolamento dell’ Assemblea dei Presidenti degli Ordini degli Ingegneri d’Italia fissa le funzioni e competenze dell’organo assembleare, così come riconosciute dal CNI e dagli Ordini Provinciali. Tra queste non figura, né potrebbe, la trattazione di iniziative volte all’ indizione di nuove votazioni del Consiglio Nazionale (come da alcuni richiedenti prospettato), cosa che compete ad organi esterni alla rappresentanza della Categoria. Non sfugga infatti a nessuno che gli Ordini sono soggetti pubblici, emanazione del Ministero di Giustizia, tenuti, come tutti i propri iscritti, al rispetto di regole - come quelle che si riferiscono alle elezioni degli organismi di rappresentanza locali e nazionali - che essi stessi non possono modificare.
E’ però inconfutabile che la verifica dell’attività svolta dal CNI in merito agli obiettivi ed indirizzi assunti su mandato dell’ Assemblea dei Presidenti compete unicamente a questa ultima assise, così come è logico - e peraltro espressamente stabilito dal comma 1 dell’ art. 3 dello Statuto -che le determinazioni dell’Assemblea non devono in alcun modo pregiudicare la responsabilità e l’autonomia operativa del CNI.
E’ d’altro canto intenzione di questo Consiglio, così come ad onor del vero lo fu del passato, mettere a disposizione di tutta la nostra Categoria gli atti relativi alla vertenza giudiziaria definita dal Ministero con la proclamazione (senza alcuna riserva) dei Consiglieri oggi in carica.
Deve poi essere rispettato il diritto, in base ai più elementari principi di democrazia, di alcuni componenti del passato CNI di ricorrere al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR Lazio del 18.08.2006, al fine di sostenere le proprie ragioni.
Di rilevante importanza è la circostanza che il 10 ottobre p.v. proprio il Consiglio di Stato esaminerà le richieste cautelari legate a tali ricorsi ed in base ai più elementari principi di democrazia e di etica è necessario, più che opportuno, non turbare il regolare corso della Giustizia con azioni che non si fondano né su leggi, né su statuti, né su regolamenti vigenti.
Per tutto quanto sopra detto il CNI ha deliberato all’unanimità di confermare per l’ Assemblea del 7 ottobre l’ordine del giorno già inviato, escludendo la trattazione in tale sede di altri argomenti,compresi quelli riportati nelle citate istanze.
In tutto ciò, deve essere, però, colto il genuino interesse degli Ordini che hanno prodotto le richieste in questione ad avere chiarezza (più che a farla, cosa che compete ad altri) su tale vicenda, ragione per la quale questo CNI ha deliberato, all’unanimità, di convocare a breve, ai sensi del terzo comma dell’ art. 1 del Regolamento, un’Assemblea dei Presidenti, con all’ordine del giorno:
- modifica dello Statuto e del Regolamento dell’ Assemblea dei Presidenti;
- Consiglio Nazionale: aggiornamento situazione.
In riferimento al primo punto all’o. del g. è stata già insediata l’apposita Commissione che elaborerà a breve il testo base da sottoporre all’approvazione dell’organismo assembleare.
Riteniamo, per concludere, che sia dovere di tutti noi operare per la tutela di quei principi su cui si fonda il libero esercizio delle professioni intellettuali, ed in particolare della nostra, in maniera unitaria, così come fino ad oggi è accaduto anche quando, come durante il Congresso Nazionale di Treviso, era in carica un Consiglio Nazionale la cui proclamazione "con riserva" (così come definita dal Ministero) già da alcune settimane il TAR aveva annullato.
Degno di encomio è stato il comportamento dell’ ing. Luminoso, dell’intero precedente Consiglio e di quanti altri, pur in presenza di una sentenza loro favorevole, hanno ritenuto di rinviare ogni discussione sulla vicenda elettorale, con il solo fine di mantenere all’esterno un’autorevole, unitaria immagine della nostra rappresentanza di Categoria.
Siamo certi che nelle more della convocazione formale dell’Assemblea dedicata alla trattazione dei temi elettorali, prevarrà la correttezza, il buon senso e gli interessi superiori e si eviteranno atteggiamenti che potrebbero, sia pur inconsapevolmente, frantumare la Categoria, minando la capacità degli Organi di Rappresentanza di tutelare efficacemente il nostro titolo professionale.
Questo Consiglio si aspetta di essere giudicato e, se necessario, criticato, per ciò che saprà o non saprà fare per gli Ingegneri italiani e per il mondo delle professioni intellettuali, ma impedirà con energia ed autorevolezza ogni iniziativa delegittimante l’istituzione Consiglio Nazionale.
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