Stampa documento Stampa Invia una e-mail al CNI bancadati@cni-online.it
Rif. DV08515
Documento 27/11/2003 VERBALE ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI
Fonte ALTRO
Tipo Documento VERBALE ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI
Numero
Data 27/11/2003
Riferimento
Note
Allegati
Titolo VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI - NAPOLI 27 NOVEMBRE 2003
Testo VERBALE DELL’ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI Napoli, 27 novembre 2003 Il 27 novembre 2003 alle ore 16,00 si riuniscono a Napoli presso l’Hotel Excelsior - sala Posillipo, i rappresentanti di 54 Ordini provinciali e di 7 Federazioni regionali degli Ingegneri Italiani per proseguire la discussione iniziata a Roma l’8 novembre scorso sull’ordine del giorno: 1) Attuazione della mozione congressuale: - iniziative per la maggiore visibilità della categoria; - ETICA - FORMAZIONE PERMANENTE - I GRANDI TEMI DELL’INGEGNERIA: approfondimenti e programmazione iniziative.
2) DPR 328/01 ed esame di Stato.
3) Informativa sullo Stato delle principali tematiche afferenti la categoria e sulle iniziative ed attività del CNI.
4) Varie ed eventuali.
Si ricostituisce l’ufficio di presidenza precedente con l’ing. Andrea Gianasso di Torino presidente e l’ing. Adriano Faciocchi di Cremona segretario di turno.
Il presidente dell’Ordine di Napoli ing. VINCI, in veste di padrone di casa, dà agli ospiti un affettuoso benvenuto alla 3^ CONFERENZA NAZIONALE DELL’INGEGNERIA, che si celebrerà a partire da domani nella prestigiosa sede di "Castel dell’Ovo" sul tema del terzo settore: "L’ingegnere dell’informazione".
Rinnovella l’invito ai presenti ed agli accompagnatori alla cena di domani sera, accludendo un gentile omaggio. Annuncia che verrà distribuita una pubblicazione, curata dall’Archivio di Stato della Scuola Napoletana, sui rapporti tra scienza ed ingegneria e sulle sue realizzazioni. Si tratta di un’esperienza di ricerca molto apprezzabile, che può essere esportata anche in altre città, grazie alla disponibilità dell’Archivio stesso.
Prima di riprendere gli argomenti in discussione l’ing. GIANASSO concede la parola al presidente del CNI Sergio Polese per un aggiornamento della situazione.
L’ing. POLESE, ringraziando l’ordine di Napoli, conferma che la 3^ Conferenza sarà un appuntamento ad alto livello, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, dell’on. Buttiglione, Ministro delle Politiche Comunitarie.
Se questa assemblea è un prolungamento della precedente, tutti siamo chiamati ad un reale pragmatismo, a cominciare dal recupero di un clima di armonia interna. Qualcosa di nuovo nel frattempo c’è stato e merita di essere citato. Seguendo la proposta di mozione pervenuta dalla Federazione Toscana riprende nell’ordine i vari argomenti trattati.
- Questione economica. I verbali delle riunioni del Consiglio del CNI sono pubblici e non segreti. Il CNI in effetti non ha più pubblicato i suoi bilanci da 2 anni, ma tornerà a farlo prossimamente a mezzo stampa. Nel bilancio preventivo intanto è consolidata la quota delle entrate del 2003, senza perciò ulteriori aumenti a carico degli Ordini provinciali. Le modifiche al regolamento sono di competenza del CNI stesso per legge. Si erano verificate novità amministrative che richiedevano cambiamenti, ossia un rimpasto interno. Circa il ristoro economico ai consiglieri si è già discusso a lungo la volta scorsa, evidenziando che non era una questione di merito, ma piuttosto di forma, posto che il ristoro economico spetterebbe anche agli organismi territoriali. Si è arrivati alla definizione del gettone mediante alcune considerazioni. Innanzi tutto l’analogia con gli altri Ordini professionali (solo ingegneri e avvocati non avevano rimborsi). Verificando le varie motivazioni, si è scoperto un panorama molto variegato (dallo stipendio fisso, al budget a scalare).
E’ apparso giusto collegare il ristoro al tempo dedicato, pur tenendo presente che l’impegno non è uguale per tutti a fronte di limiti diversi. Si è così ipotizzato un aggancio alla vacazione professionale con uno sconto del 20% (come per le OO.PP.), commisurato ad un impegno massimo di 8 ore/giorno, e comunque il tutto entro un tetto massimo di 800 ore/anno. Interpellato, il Ministero della Giustizia ha avallato i suddetti criteri adottati secondo logica.
- Questione Europea. E’ un argomento delicato e l’on. Zappalà ci ha sempre detto come stanno le cose. Oggi non si è ancora chiuso il primo dei quattro passaggi previsti in parlamento. Entro il 17 dicembre p.v. invita tutti a prendere contatti con i propri Europarlamentari affinché sostengano le nostre posizioni al momento della votazione in aula. Zappalà ha presentato i nostri emendamenti distinti in: * comuni ed altre categorie; * specifici per gli ingegneri, che non trovano corrispondenti in altri paesi (es. le tariffe, che esistono solo per architetti ed avvocati).
Oggi, tra l’altro, si è appena concluso il primo passaggio semiufficiale nella Commissione Giustizia coordinata da Zappalà, nel quale sono stati affrontati 323 emendamenti, a testimonianza proprio dell’ostilità generale. Tutta l’area filoinglese (compreso il PPE angolosassone) si è contraria, ma così pure tutta la sinistra (compresi gli esponenti italiani). Ad ogni buon conto, metà delle nostre tesi sono passate e tra queste quelle più importanti, e lo si annota con soddisfazione, perché è sostanzialmente la prima volta che si parla di ingegneria in Europa.
- Questione DPR 328/01. I nostri rappresentanti di categoria sono intervenuti sempre a tutti i tavoli di lavoro. E’ assodato che da un lato la sen. Siliquini ha il mandato per risolvere i vari problemi (l’area dell’ingegneria è curata da Stella), mentre dall’altro la stessa Min. Moratti ha ammesso che il DPR è stato fatto male, cioè sono state create nuove figure professionali prima di sapere a cosa sarebbero servite.
In ottobre sono iniziati gli incontri tecnici tra ingegneri e presidi delle facoltà di ingegneria. Le nostre posizioni sono note, sia per quanto concerne l’Esame di Stato (più professionalizzante con naturali riflessi sul tirocinio), sia per le competenze, per il titolo "iunior" ecc.
In parallelo si è lavorato sul regolamento elettorale, per giungere alla scadenza del giugno 2004 con qualche soluzione, viste le interferenze venutesi a creare con la nuova presenza dei triennali.
Il DPR in sé tuttavia è bloccato dalla necessità di armonizzare le modifiche costituzionali che hanno spostato nella legislazione concorrente Stato/Regioni la materia delle professioni. L’on. La Loggia ha l’incarico infatti dal Governo di stendere entro giugno 2004 le regole sugli ambiti di competenza normativa, che coinvolgono anche la Legge Quadro di riforma delle professioni. I tempi politici di approvazione prevedono che questa disciplina sia predisposta entro febbraio; il CNI ed il CUP hanno già preso contatti con l’esponente politico, ma non solo con lui, percorrendo anche strade alternative, come suggerito dall’Ordine di Ancona. Nel frattempo si sta rivedendo il "famoso" art. 117 - ma per questa modifica costituzionale saranno necessari almeno due anni.
- Commissioni costituite. Ringraziando i partecipanti che si sono offerti, comunica che i gruppi di lavoro per la Formazione, la Deontologia ed i Grandi temi dell’Ingegneria sono stati integrati con i consiglieri nazionali. L’attivazione sarà compatibile con i tempi necessari per avere i documenti da discutere nelle varie Assemblee dei Presidenti. Il Centro Studi dal suo canto sta lavorando per questi argomenti.
- Azione lobbistica. E’ in corso, modulata a seconda dei livelli che si vogliono raggiungere. Tra breve i presidenti delle Federazioni saranno convocati per un coordinamento, la cui motivazione di base è ovvia. In tutta Italia c’è fermento per costituire in ogni città un CUP: se ne sollecita la nascita.
Tuttavia non sempre questi organismi lavorano in sinergia con gli Ordini e si registrano due correnti di pensiero circa i CUP Regionali: * se debbano essere formati dalle professioni in quanto tali (Ordini e Collegi) * oppure formati dai CUP provinciali (base territoriale).
A Roma lunedì 24 novembre si è riunito il coordinamento nazionale per discutere proprio sulla rete, che tutti hanno auspicato aperta. La divergenza delle varie opinioni al riguardo ha tuttavia suggerito di rimandare qualsiasi decisione definitiva, per non creare spaccature in un momento che invece richiede il massimo della coesione.
- Condono edilizio. E’ già stato elaborato un comunicato ufficiale della categoria fortemente critico nei confronti della natatoria: uscirà presto sui giornali (cfr. ad es. Italia Oggi del 29.11.2003).
- Tariffa LL.PP. Il CNI diramerà una circolare (il 01.12.2003) in cui si dimostra quanto fatto sino ad ora. Un altro TAR (Veneto) ci ha dato ragione ed il CNI è intervenuto ad adiuvandum con l’Ordine di Treviso. E’ stata inoltre contestata la Commissione di Vigilanza dei bandi di concorso tipo diramati, in cui pervicacemente si continua a far riferimento alla vecchia L. 143/49.
- Commissione regolamento. Ringrazia il collega ing. Stefanelli di Lecce ed il gruppo che ha elaborato il documento distribuito pochissimi giorni fa. Si scusa con l’ing. Ronsivalle e con gli altri che non hanno potuto partecipare ai lavori per evidenti disguidi "postali". Con l’obiettivo della scadenza di giugno 2004, sono state rivisitate le nostre vecchie norme statutarie, che sappiamo essere difettose. Degli argomenti trattati molti non potranno essere compiuti subito, perché va data priorità a quanto attiene al nuovo ingresso dei laureati triennali; ci si deve limitare a questo aspetto definendo una soglia minima per la loro rappresentanza in seno ai consigli degli Ordini, le nuove modalità di elezione, i nuovi organi giudicanti in materia disciplinare.
Per tutte le altre cose ci sarà tempo. Anche altre professioni, del resto, pur non essendo direttamente coinvolte dal DPR 328/2001, denunciano lo stesso problema. Noi che intanto abbiamo già lavorato siamo pronti per il secondo passaggio.
Per riaprire il dibattito il presidente GIANASSO chiede se ci sono interventi dalla sala anche sulle mozioni della volta precedente.
Riceve l’assist l’ing. BOLLOLI della FIOPA, che ritorna sulla questione delle gratifiche ai consiglieri del CNI, e domanda se la loro applicazione è retroattiva. Pur riconoscendo legittimo l’operato del CNI, auspica che venga rimossa la cappa pesante calata sulla categoria, attraverso il ritiro della proposta di gratifica, così come unanimemente espresso dalla Federazione del Piemonte, e chiede formalmente che l’assemblea voti questa mozione.
Dalla sala però giungono richieste di precisazioni, ovvero se questa mozione sia stata scritta.
Sottolinea l’ing. POLESE che su questo punto si è già discusso a lungo. Ribadisce che le gratifiche dovrebbero, secondo sua opinione, riguardare anche gli organismi provinciali e periferici, che pure godono di liberà di voto e di mandato.
Si inserisce il presidente del Centro Studi ing. ANGOTTI per rilevare che non è legittimo chiedere la revoca della delibera: al massimo si può chiederne la sospensione.
Una fitta serie di interventi in sala si susseguono. L’ing. MARIANI di Perugia chiede se il CNI ha titolo o no per decidere in materia: se la risposta è affermativa non è giusto che lo si mortifichi ulteriormente. L’ing. SEPE MONTI di Roma desidera conoscere se è stato fissato un limite alla spesa, esprimendosi comunque a favore del ristoro. Chiosa l’ing. DAL CIN di Treviso invitando a non tornare più sull’argomento, perché siamo a Napoli per ben altro.
La sala lo applaude.
Il presidente GIANASSO mette ai voti la proposta di discutere l’argomento delle gratifiche: a maggioranza assoluta, senza astenuti né contrari, l’assemblea vota a favore dell’accantonamento del problema.
Si prosegue con la trattazione dell’ordine del giorno.
Il presidente SIDOTI di Padova ringrazia l’ing. Polese per l’impegno. All’ultimo appuntamento romano si è avvertito il forte disagio in cui il CNI sta operando. L’evidente frattura interna non consente di portare all’esterno in modo univoco i nostri problemi, proprio nel momento cruciale per la politica della categoria.
Si scusa per la verbosità con cui si è rivolto a Roma al Consigliere ing. Giambelli. Sembra che alcuni consiglieri lavorino a camere stagne, spesso senza tener conto delle Assemblee dei Presidenti né delle mozioni congressuali.
In questo delicato momento non è davvero il caso di parlare di gettoni. Si può al limite pagare di più, sapendo dove il CNI ci vuole portare.
Si dovrebbe smettere di affrontare le emergenze. La categoria ha ravvisato da tempo la necessità di cambiare atteggiamento e - prevenire è meglio che rincorrere - Dobbiamo darci un’organizzazione più operativa, aziendale, tipo Confindustria. Dobbiamo fare lobby, impegnando le risorse del nostro bilancio: anzi questo passaggio cruciale deve essere fatto insieme, perché è sintomatico dell’indirizzo politico che si vuole intraprendere. Non per nulla la nostra azione oggi risulta evanescente.
L’Assemblea dei Presidenti deve autogestirsi, indipendentemente dal CNI, e contribuire alla definizione delle linee politiche. Le idee della base non devono essere soffocate. I consiglieri nazionali che hanno finalità diverse devono ricoprire ruoli di secondo piano. Potrebbe essere questo l’argomento di una prossima riunione generale.
Il presidente SPERONI di Varese riprende l’argomento delle commissioni consultive, che fanno parte del regolamento del CNI. Non è d’accordo però sulla costituzione del Consiglio Superiore dell’Ingegneria, che ritiene inutile, specie se composto da professori universitari. Noi professionisti conosciamo molto più direttamente i nostri problemi.
Gli fa eco POLESE per puntualizzare che il mandato al CNI di costituire le citate commissioni nasce dalla mozione congressuale di Vibo Valentia. Ora questo mandato è stato assolto: nulla vieta di decidere di eliminare una commissione .
Il presidente BERNARDO di Caltanissetta non condivide le critiche al CNI, che si è dato molto da fare. Servirebbero piuttosto proposte migliorative, meglio ancora un metodo di lavoro. Quando non si vuol fare una cosa - di solito si crea una "commissione". Tra gli elogi al passato (Terracciano) stigmatizza la nova suddivisione dell’albo in tre settori come una "boiata".
Il presidente BERTI della Federazione Toscana ringrazia l’ing. Polese per aver dato risposta ai quesiti posti dal suo coordinamento. Ma permangono ancora punti irrisolti. Il regolamento del CNI prevede l’istituzione della Scuola Superiore, del Consiglio Superiore ecc. ma solleva dubbi sulla legittimità di questa attribuzione (cfr. art. 19 del reg. interno). Le commissioni avrebbero dovuto redigere documenti preliminari sulla costituzione dei suddetti organismi.
Se non fosse così alle commissioni sarebbe stato assegnato un compito sbagliato.
Ogni Assemblea dei Presidenti dovrebbe chiudere con un voto su una mozione specifica; a questo proposito si dovrebbero regolamentare i suoi lavori.
La Federazione Toscana suggerisce che venga incrementata l’azione di lobby, affinché sia sempre presente nei luoghi più adatti e nei momenti più giusti, attraverso uno staff operativo coordinato dall’Assemblea e dal CNI, composto da persone competenti e disponibili. In pratica una struttura organizzata da definire più compiutamente in seguito.
Rammenta il presidente GIANASSO che le commissioni non avevano il compito di fare o non fare; semplicemente dovevano approfondire i vari temi per presentare agli Ordini una traccia concreta su cui decidere. Ancora oggi non è chiaro questo passaggio. Anche la manifestazione adombrata nella mozione congressuale può essere devoluta al CNI.
Il presidente STEFANELLI di Lecce è il relatore del documento elaborato dalla prima commissione sul regolamento elettivo. Non nasconde la soddisfazione di poter illustrare un testo che per la prima volta non insegue proposte governative, ma le elabora, colmando un vuoto. Rilegge, per chiarezza e per non generare equivoci, l’art. 4 del DPR 328/01 che fissa l’ambito della ricerca.
Sono emerse da subito nel gruppo di lavoro varie linee di pensiero, a seconda che si voglia dare maggiore risalto alla rappresentanza od all’operatività della categoria. Ci si è posti il problema della definizione di una soglia minima per l’ingresso dei laureati della sezione B nel consiglio direttivo dell’Ordine, pur garantendo la maggioranza e la nomina del presidente alla sezione A. Si è valutata la composizione dei consiglio di disciplina, con particolare riferimento ai casi limite.
Dalla ricerca dell’equilibrio tra funzionalità e rappresentatività sono emerse le proposte che nel documento prendono il nome rispettivamente di sistema maggioritario puro e proporzionale puro, con le accezione intermedie corrette, che illustra. Siamo quindi chiamati a decidere sulle: * regole per l’elezione del consiglio provinciale; * regole per l’elezione del CNI; * regole per lo svolgimento dei consigli di disciplina.
Da Udine andiamo ripetendo che abbiamo l’obbligo di tutelare il titolo professionale, ma, facendo autocritica, non siamo in grado di interpretare gli interessi effettivi degli iscritti.
Passa in rassegna prima i punti condivisi da tutti i membri del gruppo di lavoro e poi le quattro opzioni sul sistema elettorale (proporzionale o maggioritario).
Dalla sala giungono richieste di chiarimenti perché non tutti ancora dispongono del documento.
Il presidente GIANASSO, al termine dell’esposizione, apre il dibattito.
L’ing. SARTORI di Milano, fa riferimento alla proposta del sistema proporzionale corretto: nell’ottica di garantire una riserva di più candidati rispetto al numero dei consiglieri eleggibili, si deve esprimere la preferenza nominativa e non un semplice voto di lista. Il capolista è il presidente del Consiglio in pectore. E’ favorevole all’abolizione del quorum, anche se ritiene ciò rischioso per gli Ordini più piccoli; in questo caso sarebbe preferibile fissare un numero minimo di votanti necessario per validare le elezioni.
Secondo l’ing. BONFA’ vicepresidente della Federazione Veneto è meglio che non si sappia in giro come si svolgono i nostri lavori assembleari - Lamenta che la proposta del Veneto non è stata illustrata da Stefanelli perché troppo circostanziata, ma non è un problema. Il passaggio di nuove regole è comunque fondamentale ed importantissimo, anche se l’attenzione è concentrata sui triennali.
Il CNI per noi rappresenta il governo e l’Assemblea dei Presidenti il parlamento. Si sofferma lungamente sul regolamento per le elezioni del consiglio nazionale, che dovrebbe rimare in carica 4 anni, venire eletto durante il Congresso nazionale con i delegati muniti di voto ponderato.
Non essendo questo tuttavia argomento cogente, viene richiamato a rapida sintesi, per problemi di tempo.
Conclude ribadendo che le nuove regole sono indispensabili per avere un CNI all’altezza.
Il presidente FRIXA di Genova è favorevole al mantenimento di un quorum inversamente proporzionale al numero degli iscritti. Le elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali potrebbero svolgersi sostanzialmente come adesso, mediante liste, ma con la possibilità di votare candidati incrociati. Il presidente va eletto dal Consiglio. Non è il momento adesso di parlare delle elezioni del CNI. Conclude affermando che la magistratura professionale dovrebbe essere affidata ad un consiglio di Probi Viri con il compito di istruzione della pratica, al fine di sgravare il consiglio provinciale di estenuanti incombenze.
Il presidente BAROSSO di Vercelli si sofferma su pochi concetti. Innanzi tutti in futuro i quesiti vanno posti agli Ordini con un congruo tempo, che consenta loro di esprimere il massimo dei pareri. Il quorum deve essere abbassato per contenere i tempi di voto. Si deve porre attenzione allo scollamento con i nostri iscritti.
E’ favorevole alla riserva di tanti posti nel consiglio quanti sono i settori di ciascuna sezione A e B (6). I tempi sono maturi per questa "Rivoluzione".
Il presidente MACCHI di Pisa respinge la proposta adombrata da Stefanelli di richieder una giustificazione a chi non vota. La democrazia non si impone.
L’elettorato attivo deve avere un limite: i neo iscritti non conoscono bene ancora la categoria - E’ contrario alla riserva dei seggi. Solo i candidati disponibili possono essere eletti. Ritiene idonea una soglia minima del 10% a regime perché la sezione B possa esprimere consiglieri; ora, tuttavia, a tutela dei triennali, può essere opportuno fissare un numero minimo di riferimento. Le operazioni di voto dovrebbero durare 3-4-5 giorni per tutti, includendo un giorno festivo. Si dovrebbe abolire del tutto il quorum (e cita esperienze passate di telefonate a colleghi per introdurre schede bianche nell’urna ). E’ auspicabile che si allestiscano 2 o 3 seggi in ogni provincia. No al voto per posta e no al ballottaggio. Si devono esprimere tanti voti quanti sono i componenti il consiglio. Il presidente è eletto in seno al consiglio e deve aver fatto in passato almeno una "legislatura". Si alla surroga. Propone una durata in carica di 3 anni max - perché ogni anno che passa si "perdono cellule". Nei nostri Ordini c’è sempre stata democrazia.
Il presidente BOSCO di Catania si complimenta con Stefanelli e con la commissione. La categoria deve avere una sua proposta convergente, anche minimale, da portare al Ministero. Si dice contrario al voto per posta. I candidati devono aver dato la loro disponibilità. No al quorum (d’accordo con Macchi). La durata delle votazioni è correlata al numero degli iscritti di un Ordine. Il consiglio rimare in carica 3 anni. La sede delle votazioni rimane unica, con un seggio itinerante. E’ contrario alla possibilità di votare in più sedi contemporaneamente. I voti espressi devono essere pari al numero dei candidati. Si tratta di apportare alcuni correttivi alla procedura attuale. La lista con il programma ed il candidato presidente presuppone un doppio voto, perché la preferenza dell’elettore potrebbe non coincidere. E’ opportuno stabilire un premio di maggioranza. I rimanenti seggi vanni ridistribuiti alle altre liste.
Secondo il presidente SIDOTI di Padova sarebbe molto più semplice costituire un listone unitario di tutti i candidati; chi prende più voti risulta eletto in consiglio.
Anche il presidente CANE’ di Isernia è favorevole alla formalizzazione delle candidature. E’ bene che il neo presidente abbia alle spalle almeno una legislatura. E’ opportuno ed utile anche la figura del vicepresidente, specie negli ordini più grandi. E’ impossibile la ripartizione dei seggi per settori, stante la attuale fittizia collocazione degli iscritti: nel caso dovrebbe essere obbligatoria l’iscrizione ad un solo settore. E’ bene fissare un limite alla rieleggibilità, per evitare "gabole". I presidenti sono legati agli Ordini ed un quorum è opportuno. Il sistema elettorale va velocizzato, anche utilizzando il voto per posta. E’ favorevole al proporzionale con premio maggioritario.
Il presidente SPERONI di Varese manifesta perplessità sui punti condivisi globalmente alla commissione. La rieleggibilità per il presidente deve essere possibile nella stessa misura dei consiglieri. Un quorum sia pur minimo (anche Il presidente SPERONI di Varese manifesta perplessità sui punti condivisi globalmente alla commissione. La rieleggibilità per il presidente deve essere possibile nella stessa misura dei consiglieri. Un quorum sia pur minimo (anche <25%) ci vuole, per evitare "golpe" negli Ordini più piccoli. Fissato un tempo limite, se non si raggiunge il quorum si può ripetere la procedura. Sarebbe opportuno rivedere la ripartizione del numero dei consiglieri: 15 sono tanti, lo dice per esperienza, avendo lavorato meglio con 9: forse questa proporzione meccanica con il numero degli iscritti aveva un senso nel 1923, quanto il limite era raggiunto solo dalle grandi città. Non ritiene democratico il sistema maggioritario puro; è meglio il maggioritario corretto dal premio di maggioranza. Se prevarrà il concetto delle liste, auspica che si possa poter sempre scegliere la persona, come in politica. Il presidente, per ragioni pratiche, deve essere eletto dal consiglio.
Il presidente CANTALUPI di Como approva qualsiasi sistema elettorale, purché sia garantita l’espressione di una maggioranza e di una minoranza. La vigilanza la compiono gli iscritti. E’ d’accordo con quanto esposto da Speroni. E’ favorevole al quorum. Ritiene che 5 giorni di votazioni siano congrui, se comprendenti un turno festivo e se svolti in contemporanea in alcuni centri della provincia.
Il presidente MARANO di Foggia non condivide tante perplessità, confortato dal fatto che negli Ordini si è sempre cercato di fare gli interessi della galassia della categoria. Vanno bene le liste di programma, ma i voti vanno assegnati alle persone, anche se appartenenti a liste diverse. OK al quorum del 25%. Si vota in un’unica sede. Si dura in carica 3-4 anni. Il presidente rimane per due legislature max. Le elezioni del CNI devono essere oggetto di una specifica Assemblea dei Presidenti. Per quanto riguarda l’amministrazione della disciplina propone una commissione esterna al consiglio, in cui sono rappresentate tutte le componenti dei vari settori.
Il presidente CORVIGNO di Avellino rileva che sono già state avanzate tante proposte, ma vi è incongruenza tra le nostre ambizioni e la difficoltà di esprimere un presidente. Nessuno ci ascolterà mai se non sapremo essere sufficientemente rappresentativi. Tanti sistemi elettorali proposti sono inadatti. Ad Avellino da anni si opera così: si votano liste e candidati presidenti. I professionisti non hanno mai molto tempo, perciò è auspicabile un rapido ricambio.
E’ ridicola la questione del voto per posta. Attenzione alle "baronie": dobbiamo considerare questo rischio, qualsiasi scelta andremo a fare.
Il presidente FERRACI di Latina sottolinea che quando si parla di questo argomento la valenza dell’assemblea è congressuale. Sostiene che è necessario darsi un metodo di lavoro nelle assemblee. Intanto dobbiamo avere le idee chiare per rispondere concretamente al Ministero. Soglia minima per garantire una rappresentanza in consiglio ai triennali: Latina con 1.100 iscritti, annovera ad oggi solo 13 laureati junior. Nascono perplessità sulla formazione delle liste: devono essere rese possibili, ma non obbligatorie. O si concede più tempo per le votazioni, altrimenti come si può pretendere di avere più partecipazione? Si dovrebbe semmai elevare il quorum. Anche ipotizzare la contemporaneità di svolgimento delle elezioni in tutte le province è difficile. Lo sfasamento potrebbe non costituire un fattore negativo, in quanto assicurerebbe una certa continuità nell’Assemblea dei Presidenti.
Il presidente SEPE MONTI di Roma, con i suoi 16.000 iscritti, appartiene alla categoria degli Ordini metropolitani. Nell’urbe le liste ed i programmi si fanno da otre 30 anni, ma riconosce che può essere diverso negli Ordini minori. Il quorum viene raggiunto in più di 5 mesi e l’ultimo rinnovo è stato sfalsato dal decreto governativo vigente di congelamento delle cariche. Andare al ballottaggio dopo molto tempo è controproducente e lascia aperte molte questioni: ad esempio, se possono votare i neo iscritti, possono votare anche i triennali? Il quesito, formulato sia al Ministero della Giustizia sia al CNI, non ha ancora avuto risposta. La pretende almeno prima dell’inizio delle operazioni.
Il quorum comunque ci vuole. Non è favorevole al voto per posta, mentre lo è per il seggio itinerante (anche in questo caso era stato posto un quesito di legittimità al CNI, senza risposta).
Circa la funzionalità/democraticità dei consigli il sistema maggioritario puro garantisce il primo aspetto, meglio se opportunamente corretto.
Gli o.d.g. delle assemblee dovrebbero essere chiari, resi noti in anticipo e votati. Adesso i lavori si svolgono senza regole e possono nascere malumori o prese di posizioni pretestuose a danno di qualche rappresentante di Federazione. Il CNI ci dia delle indicazioni! Al presidente POLESE il compito di chiudere i lavori. Parte dalle cose di Roma. Il documento stilato da Stefanelli, che ringrazia nuovamente, è fresco. Non conosce i tempi dei passaggi del DPR 328/01, se non quanto già affermato. La bozza predisposta arriverà agli Ordini quanto prima. Nel frattempo invita a meditare sulla scorta di quanto sentito, nell’ambito dell’art. 4 del DPR, per decidere insieme.
Il CNI non può dire all’ordine di Roma come deve votare. E’ giudice di II grado. A titolo personale può affermare che, se si devono proseguire le elezioni, i triennali non possono votare al ballottaggio perché non esano iscritti prima dell’apertura dei seggi.
Le commissioni non hanno ricevuto compiti precisi o sbagliati, tanto meno dal CNI. Semplicemente faranno ciò che sono state chiamate a fare. Le decisioni finali le prende sempre e comunque l’Assemblea dei Presidenti. Per tutte i lavori cominceranno il mese prossimo.
Da gennaio 2004 il CNI assumerà un nuovo direttore, che avrà compiti specifici, senza aggravi di bilancio.
Circa i rapporti con le Federazioni e le regole dell’Assemblea, si provvederà a modificare lo Statuto interno, convocando specifici appuntamenti generali.
Ha ritelefonato nel pomeriggio con più calma all’on. Zappalà, dichiarandosi ancor più soddisfatto dell’esito dei lavori della commissione europea. Sono effettivamente state approvate le cose più importanti: sono stati riconosciuti gli ingegneri ed il loro ruolo a tutela della sicurezza e del territorio.
Invita perciò tutti ad intervenire presso i propri europarlamentari affinché appoggino il lavoro di Zappalà.
Il 13.01.2004 ci sarà la visita a Strasburgo con 115 posti prenotati. Il numero è fisso per l’ingresso in parlamento: occorre mandare l’elenco nominativo di conferma entro il 3 dicembre, per problemi organizzativi. I posti nominalmente assegnati corrispondono ad uno per ordine: eventuali presenze aggiuntive saranno accolte in relazione alla rinuncia di qualcuno ed alla precedenza delle prenotazioni.
Sono passate le ore 20,00. Una Napoli blindata trasporta i delegati ingegneri nel vortice delle sue grandi manifestazioni "non solo atmosferiche" Napoli, 27 novembre 2003 IL SEGRETARIO VISTO: IL PRESIDENTE (Adriano Faciocchi) (Andrea Gianasso)
Stampa documento Stampa Invia una e-mail al CNI bancadati@cni-online.it