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Rif. DV05243
Documento 05/05/1998 CIRCOLARE - XV SESSIONE
Fonte CNI
Tipo Documento CIRCOLARE
Numero 201
Data 05/05/1998
Riferimento Protocollo CNI n. 6809 del 05/05/1998
Note
Allegati

dv05120

Titolo LAUREA IN INGEGNERIA - DIPLOMA UNIVERSITARIO - RIFORMA - OSSERVAZIONI
Testo Il Collegio dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria ha trasmesso al Consiglio Nazionale Ingegneri in data 7 Aprile 1998:

a) un documento con le proprie osservazioni e proposte (allegato 1) sulla scia del Rapporto finale ministeriale su "Autonomia didattica e innovazione dei corsi di Studio di livello universitario e post-universitario" nel quale sono esposti molti problemi delle Università ed in particolare delle Facoltà d'Ingegneria;

b) una traccia per la stesura dei criteri generali relativi all'area ingegneria (allegato 2) e di cui al punto precedente e da inserire in un decreto ministeriale ai sensi della legge 127/97 e che riassume per l'immediato la nota articolazione dei livelli di studio.

Il documento di cui al punto "a", adeguandosi sostanzialmente al cosiddetto Rapporto finale configura significative novità fra le quali alcune hanno destato particolarmente l'attenzione del CNI.

Queste sono:

- la competitività fra gli Atenei sulla base di una carta di servizi dldatticl;
- la presenza di studenti a tempo pieno ed a tempo parziale;
- l'abolizione del valore legale del titolo di studio;
- l'accreditamento "a posteriori" dei corsi di studio;
- un sostanziale orientamento dei corsi di diploma universitario in serie con quelli di laurea.

Ha quindi avuto luogo il giorno 23 Aprile un incontro della Giunta del Collegio dei Presidi con il Presidente ed il Vice Presidente del CNI durante il quale sono stati discussi molti argomenti attinenti la riforma degli studi universitari e sono state mosse da parte del CNI le seguenti osservazioni:

1) Il Rapporto finale ed il documento del Collegio dei Presidi costituiscono una ideologia della riforma che appare però carente di concreti riferimenti, estranea alla tradizione italiana, anche sotto il profilo culturale e ciò sicuramente per quanto concerne l'ingegneria.

2) La necessità di modifiche (specie in ordine alla durata effettiva degli studi) nulla toglie alla buona qualità, riconosciuta ovunque, dei laureti in ingegneria nelle Università e nei Politecnici italiani. Ciò deve indurre ad una prudente valutazione delle modifiche.

3) Le semplificazioni (ripetitività in molte discipline), l'aggiornamento della didattica con l'introduzione di metodi moderni e l'uso delle nuove tecnologie, la facilitazione di apprendimento dell'inglese, potevano e possono essere introdotti, indipendentemente da qualsiasi riforma.

4) La richiesta proveniente dal mondo della produzione, delle professioni e dei servizi di evitare contenuti eccessivamente specialistici nei corsi di laurea privilegiando quelli generali di settore e contraddetto fortemente dal senso conferito all'autonomia degli Atenei che potrebbe invece portare in una competizione concorrenziale, inedita in Italia ed i cui effetti potrebbero essere negativi, a corsi mirati e localistici.

5) Analogamente la richiesta, pure proveniente dal mondo della produzione, di conferire ai corsi di diploma universitario carattere professionale con la creazione di figure professionali immediatamente riconoscibili confligge con la soluzione di disporre corsi di diploma e di laurea in serie. Tale soluzione in serie si giustifica se si interpreta il diploma come una tappa di un sistema di studi più complesso, e non come un titolo diverso e compiuto.

6) La proposta non tiene in conto le specifiche esigenze dei corsi di laurea in ingegneria civile e particolarmente di quello edile, che rischia così di vedere vanificati gli sforzi per un suo riconoscimento nell'Unione Europea nel settore dell'Architettura per il quale è stato istituito.

7) L'abolizione del valore legale del titolo di studio è in palese contraddizione con l'accreditamento a posteriori del corso che avrà dato luogo al titolo stesso; accreditamento che in effetti si identifica con una diversa forma di valore legale del titolo. Punto sul quale sembra di potersi cogliere una riserva a favore dell'Università anche nel documento del Collegio dei Presidi. Senza contare le implicanze di tale abolizione con una miriade di leggi vigenti nel settore delle costruzioni, degli impianti, della sicurezza, dell'ambiente, del territorio ecc. che si fondano proprio sul valore che si vorrebbe abolire a tutela del cittadino ed a salvaguardia di fondamentali diritti costituzionali.

Senza contare la disparità con Architetti, Geometri, Periti per quali invece continuerebbe a valere il vigente ordinamento legislativo, ingenerandosi così molta confusione in un settore che non ne ha affatto bisogno.

8) La riforma proposta implica modalità di reclutamento del corpo docente e conseguenze incredibili su numerose Facoltà ormai presenti nel Paese derivanti in particolare dai cosiddetti accreditamenti dei corsi seguiti (potrebbero anche non venire accreditati!) e che il documento non prende in considerazione.

9) La riforma produce un impatto sociale negativo per la gerarchizzazione degli studenti cui dovrà seguire anche la fissazione di un termine di frequenza. Concezione assai ostica ed incompatibile con lo stato delle Università italiane.

10) La scarsissima diffusione del documento del Collegio dei Presidi presso il corpo docente e gli studenti universitari, che si coglie dalla riscontrata disinformazione a tutti i livelli.

11) La traccia di decreto di cui al punto "b" va quindi letta alla luce del documento di cui al punto "a", diversamente non se ne comprende l'accoppiata..

A tutte queste preoccupazioni la Giunta del Collegio dei Presidi ha prestato molta attenzione assicurando di riferire al Ministro dell'Università.

In particolare è stata data assicurazione che per l'immediato non rientra nelle prospettive del Ministro né del Collegio l'abolizione del valore legale del titolo di studio, non essendo ancora a ciò preparata l'Università.

Per contrastare efficacemente iniziative pregiudiziali per l'ingegneria italiana e per l'economia del Paese il CNI reputa opportuno suggerire agli Ordini provinciali di svolgere con urgenza quanto segue.

- Informare gli scritti agli Albi sull'argomento.
- Assumere possibilmente insieme con gli altri Ordini locali iniziative (convegni, assemblee, manifestazioni, ecc) volte a sensibilizzare le autorità ed i parlamentari locali, per lo più all'oscuro di quanto sta accadendo.
- Mobilitare la stampa locale.
- Rendere nota a tutti i professori universitari delle Facoltà d'Ingegneria la situazione ai più poco nota, trasmettendo la lettera insieme con i documenti allegati (questa azione è di fondamentale importanza).
- Riferire con urgenza al CNI gli esiti di tutte le iniziative intraprese perché esso possa svolgere le ulteriori azioni successive.

Ad ogni modo subito dopo aver raccolto le risposte degli Ordini, soprattutto di quelli sede di Facoltà d'Ingegneria, il CNI convocherà una Assemblea dei Presidenti per le decisioni conclusive.

In attesa di riscontro urgente si inviano cordiali saluti.



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