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Si fa seguito a precedenti lettere inoltrate in occasione delle elezioni europee di Camera e Senato perché gli Ordini provinciali valutino l'opportunità di intraprendere - con lo stesso spirito di libertà e di indipendenza politica degli iscritti agli Albi particolarmente sottolineato in quella occasione - adeguate iniziative con i candidati al Parlamento europeo ritenuti più consapevoli e più disponibili a sostenere, ove eletti, i temi della professione degli ingegneri italiani.
E' appena il caso di ricordare, come è stato sottolineato in più occasioni, che le decisioni prese a Bruxelles influiscano in modo decisivo su quelle nazionali. Nel recente passato molte volte hanno inciso seriamente e negativamente sulla nostra categoria.
Nello spirito del più convinto europeismo vanno ripresi i temi di fondo, sui quali assai spesso c'è stata disattenzione dei nostri parlamentari europei che hanno lasciato quasi costantemente prevalere logiche anglosassoni ed interessi mercantili che mal si conciliano con le tradizioni delle professioni liberali e degli ingegneri italiani in particolare.
Ciò significa doversi rivedere sostanzialmente sia la prima direttiva generale sui titoli (89/48) sia quella sui servizi (92/50) con riferimento ovviamente a quelli d'ingegneria e di architettura.
Va sostenuta perciò, in questa ottica, l'emanazione di una direttiva specifica per le attività d'ingegneria riservata ad ingegneri universitari (o di equivalente percorso superiore) escludendone i portatori di diplomi di scuola media. Ma va pure sostenuto che il peso dei requisiti professionali e culturali dei professionisti (liberi o dipendenti) nelle attività d'ingegneria deve prevalere su quello dei mezzi e soprattutto sugli interessi d'impresa, come purtroppo le direttive oggi prevedono.
Ci sono poi in itinere altre iniziative comunitarie che riguardano le responsabilità dei prestatori di servizi (ad esempio nel settore delle costruzioni) e dei professionisti ed altre sull'ambiente, sulla formazione, sui prodotti, sulle forme societarie professionali transfrontaliere ecc. sulle quali gli ingegneri italiani ritengono di poter dare un loro contributo nell'interesse del Paese.
Insomma i candidati al Parlamento europeo devono essere edotti su questi temi essenziali per la salvaguardia dei valori morali e degli interessi economici degli ingegneri italiani - meglio ancora se ne siano già a personale conoscenza - richiedendo il loro impegno, ove eletti, a sostenerli nelle sedi competenti.
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