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Rif. DV07789
Documento 25/10/2002 VERBALE ASSEMBLEA PRESIDENTI
Fonte CNI
Tipo Documento VERBALE ASSEMBLEA PRESIDENTI
Numero
Data 25/10/2002
Riferimento
Note
Allegati
Titolo ROMA 25 OTTOBRE 2002 - VERBALE ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI
Testo Verbale dell'Assemblea dei Presidenti

ROMA 25 OTTOBRE 2002

Il giorno 25 ottobre 2002 alle ore 9,00, presso l'Hotel Minerva di Roma, si riunisce l'Assemblea dei Presidenti per discutere il seguente unico punto all'ordine del giorno:
"Problematiche urgenti inerenti la mozione congressuale e conseguenti iniziative".

In apertura lavori, vengono designati per acclamazione l'ing. Alberto Speroni di Varese e l'ing. Adriano Faciocchi di Cremona rispettivamente presidente e segretario di questa breve assemblea, che avrà presto un seguito il 7 novembre a Bruxelles.
Il presidente del CNI ing. Sergio Polese inizia, come da o.d.g., con una ampia panoramica delle questioni sul tappeto.
In questo ultimo mese sono successe molte cose: alcune richiedono attenzione e decisioni conseguenti, altre attendono l'esito degli sviluppi già in itinere.
A Sanremo il tema congressuale ruotava attorno alla figura dell'ingegnere in Europa, ed i relatori (Buttiglione, Zappalà, Siliquini, Vietti) sono stati quanto di più pertinente si potesse concepire, ossia coloro che seguono in prima persona l'evoluzione dei nostri problemi.
Due sono stati gli ambiti trattati:
l'Europa, per la nascita di una direttiva specifica per l'ingegneria, sul modello delle altre sette esistenti (6 mediche ed una per l'architettura), tenendo presente che quella già in discussione non è totalmente condivisibile;
l'Italia, per accelerare i disegni di riforma degli Ordini e della riforma universitaria legata al DPR 328/01, a partire da una revisione del percorso formativo, che non dovrebbe essere solo in serie (3+2), ma anche in parallelo (5), per approdare o all'abrogazione del suddetto decreto o, quanto meno, ad una sua sostanziale modifica.
Al sottosegretario Michele Vietti inoltre era stato posto anche il problema della tariffa sotto due profili:
- mettere per iscritto l'interpretazione del collegato infrastrutture (L.01.08.02 n.166), secondo il quale le nuove tariffe dei LL.PP. ex DM 04.04.01 erano da ritenersi perfettamente vigenti;
- procedere ad una revisione globale della tariffa generale, con particolare riguardo a quella giudiziaria.
Cosa è dunque successo nel frattempo?

In Europa nulla per quanto concerne la direttiva appalti, che tra novembre e dicembre andrà a registrare il secondo dei quattro passaggi previsti tra Consiglio e Parlamento.
Per quanto attiene invece la direttiva sul riconoscimento dei titoli professionali, c'è solo per ora il relatore ufficiale on. Stefano Zappalà, che sta completando il giro delle consultazioni con le varie realtà professionali: è una fase strategica, in cui il CUP, l'ADEPP ecc. hanno modo di fornire utili indicazioni, seguendo le tappe di Sanremo, di Pomezia, di Bruxelles, ove il 01.10.02 v'è stata l'audizione pubblica di 40 esponenti provenienti da tutta Europa, tra cui proprio l'ing. Polese.
Ma, mentre con l'italiano on. Buttiglione si è già instaurato un collegamento che presuppone l'esposizione e l'ascolto delle varie istanze delle professioni italiane, prima ancora di conoscere la relazione di Zappalà, altre commissioni europee del Consiglio hanno iniziato a lavorare attorno ad un testo di modifiche avulso, sovvertendo l'ordine delle normali procedure. Da qui il disappunto di Zappalà, che è emerso anche nel suo breve intervento alla manifestazione del CUP di ieri all'Auditorium di Roma.
Il fatto comunque ha avuto una ripercussione positiva: l'accelerazione della discussione della direttiva in Parlamento, sulla base della relazione Zappalà a noi favorevole: la decisione di martedì scorso infatti è mutuata dalle indicazioni pervenute dal mondo professionale (ingegneri e psicologi tra i primi); in essa traspaiono:
- la volontà non solo di mantenere le 7 direttive di settore esistenti, ma anche di aggiungerne nuove, tra cui quella sull'ingegneria:
- l'ampliamento dei livelli di qualificazione con puntuale definizione delle competenze;
- la definizione dei limiti temporali di una prestazione professionale;
- la definizione dei relativi controlli, potenziando la struttura degli Ordini e dei Collegi esistenti;
- l'abolizione delle prestazioni parziali.
Gli ingegneri non sono contrari alla libera circolazione dei professionisti, né al criterio della concorrenza, purchè prevalga il concetto della sicurezza dei cittadini. Gli on. Fini ed Amato, che stanno lavorando per l'Italia al gruppo di Giscard d'Estaigne per la riscrittura della nuova Costituzione europea, hanno ampiamente rassicurato al riguardo. Anche l'on. Taiani ha presentato un emendamento molto importante al testo in discussione, in cui per la prima volta in EU si definisce la professione intellettuale.
In questo contesto la nostra visita a Bruxelles assumerà un valore importantissimo e dovrà essere adeguatamente preparata (... vedi note ai vari Ordini). Dopo il rituale accesso al Parlamento, avremo l'opportunità di incontrare per due ore circa i membri della commissione giuridica (tra cui l'amico avv. Preto). L'assemblea del giorno seguente, sempre presso il Parlamento, acquisterà particolare rilievo per le sue decisioni, che potranno essere prese anche al cospetto degli ambasciatori italiani in Belgio.

In Italia dobbiamo registrare con soddisfazione l'apporto preminente dato dagli ingegneri alla manifestazione del CUP di ieri: molte delle nostre idee sono state assimilate e sono diventate opinione condivisa.
L'on. Vietti è ritornato sugli impegni di Sanremo: il parere per iscritto sulla vigenza della nuova tariffa per i LL.PP. è già pervenuto al CNI e presto sarà diffuso agli Ordini provinciali. E' stato ventilato tuttavia un'interpretazione contraria dell'Autorità di Vigilanza, secondo la quale prevarrebbe l'interpretazione sospensiva del TAR sul collegato alla finanziaria. L'Autorità di Vigilanza è composta da 5 membri, di cui uno, in sostituzione di un dimissionario, è l'ing. Guido Mutier (ex Presidente dell'Ordine di Lucca), ovvero un punto di riferimento per noi importante. Vigileremo.

Il Ministero della Giustizia, per procedere alla revisione della tariffa sui Lavori Pubblici, ha costituito un gruppo di lavoro di 6-7 esperti. Il 05.11 tutte le professioni (i Consiglieri CNI Gaia e Biddau per noi) saranno convocate al Ministero per la tariffa generale, che ha già ammesso di non disporre di una struttura adeguata a sviscerare completamente la materia: il nostro contributo sarà perciò fondamentale e, mai come in questa occasione, gli Ordini provinciali sono invitati a far pervenire per tempo le loro opinioni. Vietti stesso ci ha chiesto quali sono gli ambiti che vorremmo vedere normati: non solo i LL.PP. con riferimento alla Legge Merloni, ma anche i collaudi, il coordinamento della sicurezza, la consulenza giudiziaria, anche se recentemente ritoccata solo sotto il profilo ISTAT.

Sulla riforma degli Ordini siamo di fatto al punto 0, nonostante vi siano vari disegni di legge presentati alla Camera ed al Senato. Li distinguiamo a seconda dell'approccio che hanno verso le Associazioni, ossia se le trattano globalmente con gli Ordini oppure in modo distinto. Possiamo dire che giudichiamo pericolosi i secondi, in quanto potrebbero aprire contrasti insanabili.
Il Senato in questo frangente è la sede più avanzata, con il d.d.l. Nania (ex Siliquini corretto); non è iniziata tuttavia neppure la lettura del testo, perché il Governo sta perseguendo un'intesa con le professioni, il cui pensiero è condensato nel testo CUP licenziato al Lingotto di Torino nel maggio scorso. Vietti ha chiamato un gruppo di esperti giuristi (tra i quali ha designato proprio il nostro consulente Avv. Leozappa) per stendere un testo base che condensi il testo CUP, il testo Nania, ed altri, ma che sia anche già aperto alla riforma federalista ed alla direttiva UE. Per la prima volta siedono attorno ad un tavolo di contrattazione i rappresentanti degli Ordini (a cui Vietti non ha mai celato la simpatia) e delle Associazioni, laddove la forza dei soggetti è da intendersi inversamente proporzionale al loro numero, grazie al grado di rappresentatività che essi sono capaci di esprimere.
Si registra tuttavia anche in questa fase delicata uno scollamento: al Senato si è già avviata la discussione sul testo Nania, senza attendere le conclusioni del gruppo di lavoro del Ministero della Giustizia. Nelle audizioni che sono iniziate le categorie professionali sono state interpellate singolarmente, e questo comporta sempre un rischio. Noi ingegneri andremo ovunque e resteremo vigili.
Il 13.11 il Vice premier Fini incontrerà i rappresentanti del CUP Sirica e Polese, proprio per consentire loro di esporre i problemi delle professioni.

Per quanto attiene la riforma universitaria, sono graditi i pareri dei singoli Ordini sul DPR 328/01.
Più passa il tempo, più nascono dubbi sulle lauree 3+2. I risultati, anche per il mondo accademico, non sono quelli sperati, i corsi sono proliferati e spesso inutili, mancano i fondi per attivare tutte le cattedre. Si parla sempre più spesso di modificare il decreto, non solo riguardo alle professioni umanistiche, ma anche alle professioni tecniche.
Il 31.10 a Salerno si terrà un convegno con i Presidi delle facoltà universitarie con tavola rotonda su questi temi:
- come procede la riforma universitaria;
- cosa si vorrebbe modificare nel testo del DPR 328/01;
- qual è l'opinione su questo decreto.
Ebbene, oggi le posizioni degli ingegneri non sono poi così lontane da quelle dei docenti. Sarà strategico partecipare a questo appuntamento, soprattutto fornendo al CNI le opinioni dei singoli Ordini.
Il 27.11 il TAR deciderà nel merito sul DPR 328/01 e sui ricorsi presentati, tra cui il nostro abrogativo. Dobbiamo solo attendere.
Nel maggio scorso erano proficuamente iniziati i contatti con la sottosegretaria Siliquini per apportare le prime modifiche condivise, pur riscontrando la delicatezza dei passaggi che coinvolgevano non solo la nostra, ma anche le altre professioni (es. i geologi). Poi si è bloccato tutto per due motivi:
- il federalismo con la modifica dell'art.117 della costituzione;
- la diatriba nata tra i due ministeri MIUR e Giustizia, conseguente al fatto che la modifica al DPR 328 può essere fatta solo mediante altro decreto governativo, condita da un po' di gelosia.
Si è ora giunti alla conclusione che la competenza è lasciata al MIUR. Nella prossima settimana si avranno due incontri: uno tecnico preparatorio con l'ufficio legale ed uno politico seguente diretto con il sottosegretario Siliquini. La volontà comune è quella di arrivare antro la fine dell'anno ad un testo di modifica. La nostra posizione abrogativa sanremese non è stata condivisa dalle altre professioni: si procederà perciò secondo questa impostazione, consapevoli per altro che un nuovo decreto di fatto sostituirà il vecchio tanto contestato.

Nel settembre scorso ci eravamo lasciati con due impegni reciproci.
Da un lato il CNI doveva istituire un gruppo di lavoro sulle competenze, che non ha ancora concluso il suo operato (i suggerimenti dei singoli Ordini pertanto sono ancora auspicabili!). Il campo entro cui sta lavorando è definito dal concetto che le competenze nascono da quello che si studia, e dalla convinzione che i laureati triennali non potranno fare meno dei diplomati. Anche all'interno del CNI non c'è unanimità di vedute tra chi propende per una diversificazione delle competenze in verticale od in orizzontale, a seconda del settore dell'ingegneria preso in esame. E' utile comunque conoscere che in Italia, su 8500 partecipanti all'esame di Stato per Geometri solo 12 provengono dai diplomati universitari o laureati triennali: non sussistono dubbi quindi sull'orientamento.
Dall'altro lato gli Ordini provinciali avevano l'impegno di indicare al CNI la loro posizione sulla gestione dei nuovi Albi: una sorta di referendum conoscitivo della poliedrica realtà nazionale. Ebbene su 103 Ordini ha risposto >80%, comprendendo nel numero ben 7 Federazioni o consulte, in rappresentanza di 52 Ordini (oltre la metà).
Le risposte sono state diverse, alcune concise, altre più articolate.
Il 70 %, ossia la maggioranza delle province, ha optato per una nuova numerazione da attribuire al settore B dei laureati triennali che parta da 1. La minoranza aveva comunque affiancato al numero progressivo una lettera di distinzione.
Il 100% del campione vuole un Albo unico suddiviso nei due settori.
Chi ha affrontato l'aspetto del timbro, ha indicato anche qui una differenza, sia nella forma (es. tonda/ rettangolare o tonda/ovale), sia nel testo che dovrà essere il + chiaro possibile.
La maggioranza ha dichiarato di volersi attenere alle disposizioni maggioritarie nazionali, che saranno poi ufficializzate, ma che da subito si possono così sintetizzare:
- Albo unico, suddiviso nei settori: A (dei laureati quinquennali) con numerazione progressiva; B (dei laureati triennali) con numerazione nuova da 1;
- Timbro diverso con indicazione chiara della sezione.

Da ultimo merita un accenno la riforma federalista regionale introdotta dall'art.117.
Esiste, anche se non tutti lo conoscono, ITACA: un organismo che riunisce rappresentanti delle Regioni, del mondo produttivo e delle professioni (tra cui noi ingegneri, unici professionisti, che rappresentiamo 1 voce su 50). Si è dato il nobile intento di formulare un testo unico per tutte le Regioni in materia di LL.PP., nella consapevolezza che anche in EU se ne sta parlando.
L'attuale testo ITACA non va del tutto bene, ed è stata costituita una commissione ristretta per definirne le modifiche; noi ingegneri siamo 1 dei 12 componenti di questa commissione. I capitoli che ci riguardano (es. gli incarichi professionali) saranno trattati a Matera il 14-15 novembre p.v. E' opportuno prendere da subito i contatti con i propri funzionari regionali addetti ai LL.PP., al fine di contrastare la propensione corrente a privilegiare gli affidamenti all'interno piuttosto che a professionisti esterni. Si deve infatti rammentare che, in assenza di una Legge Quadro nazionale, possono giuridicamente prevalere le disposizioni regionali.

Relativamente alla Legge Merloni, da tempo si prefigura una sua riedizione, ma siamo solo a livello di enunciazioni.
Nella nuova Finanziaria qualcuno ha proposto di abbassare a 50.000 Euro la soglia di affidamento degli incarichi fiduciari. Tramite l'on. Lo Presti abbiamo fatto introdurre un emendamento per ripristinare la soglia iniziale del 100.000 Euro.

Dopo questa esaustiva panoramica a 360., il presidente Speroni apre il dibattito.

? L'ing. CANNAROZZO di Palermo suggerisce al gruppo di lavoro di revisione della tariffa di riprendere come base il testo che già circa vent'anni fa era stato proposto alla Camera, che era aggiornato e comprendeva le prestazioni geotecniche ecc.
Relativamente al DPR 328 dovrebbe essere abolita l'iscrizione plurima a diversi Ordini o Collegi. Il termine "Ingegnere" deve essere difeso, anche a costo di vederlo affiancato dall'aggettivo "junior". Le competenze non possono essere definite dall'Università, ma devono nascere prima: sarà semmai l'Università a modellare i suoi percorsi formativi di conseguenza. Poiché è comunque così difficile definire quello che possono fare i laureati triennali, può essere più facile indicare quello che non possono fare.

? L'ing. FERRACCI di Latina non vorrebbe lasciare alla libertà di ciascuno la gestione dei nuovi Albi, ma propone di uscire da questa assemblea con una linea nazionale comune: sarebbe un riconoscimento maggiore. Propone una mozione che riporti ad una delibera unica il censimento illustrato da Polese. Si proclama d'accordo sulla numerazione da capo con la lettera identificativa della sezione, perché negli Ordini piccoli è più facile che si sovrappongano i numeri. Anche il timbro, comune in tutta Italia, dovrebbe essere diverso per le due sezioni.
Avverte che in seno al CUP le posizioni di Medici ed Avvocati non sono in sintonia, a cominciare dal Ministero di riferimento (Sanità).
L'Università ha sempre mantenuto un atteggiamento ambiguo sui percorsi di laurea di 1. e 2. livello. Sino ad oggi è andata avanti senza riguardi. Adesso, che sembra in difficoltà, ci chiama al suo fianco. Non si parla mai insieme di formazione. Ciò che si studia è più importante delle competenze. Si deve abbandonare la proliferazione abnorme degli indirizzi di laurea. Ribadisce che prima si danno gli insegnamenti e poi si stabiliscono le competenze. Si stanno commettendo gli stessi errori compiuti con i Diplomati Universitari. Si crea confusione nel biennio finale quando si riprendono materie solo accennate nel triennio.
Conclude affermando che era intuibile che i laureati triennali non si sarebbero iscritti nei Collegi.

? Replica brevemente l'ing. POLESE per richiamare ad una certa prudenza: se si prendono decisioni ufficiali è poi difficile modificarle. Difendere il termine "junior" sarebbe contraddittorio. "Tecnico di ingegneria" è la tesi che abbiamo sempre difeso e che salvaguarda i vari aspetti.
Mentre ogni Ordine è libero di agire come crede per legge, sarebbe auspicabile che con spirito democratico tutti tentassimo di uniformarci.
Corregge la sensazione sul CUP: non emergono su scala nazionale contrasti così eclatanti.
Con l'Università dovremmo avere un contatto continuo: molti documenti sul DPR 328 sono ormai comuni tra noi professionisti ed il mondo accademico. Non si avvertono segnali di pericolo, ma solo l'esigenza di una maggiore collaborazione. Molto opportuno è invece l'accento sulla formazione.

? L'ing. BEER di Ancona non ha risposto al referendum, ma comunque si uniformerà alle decisioni dell'assemblea.
Il suo obiettivo è il DPR 328, che è viziato ab origine: con un testo di Regolamento si vuole incidere su quello che un Ordine è legittimato a fare per Legge. Il Consiglio di Stato ha confermato che un professionista non può esercitare in un determinato campo senza aver sostenuto un Esame di Stato sulle materie peculiari relative. Il DPR 328 invece ha liberalizzato di fatto questa facoltà, ed è per questo illegittimo. Se comunque così si dovrà procedere, che almeno il nuovo corso valga per chi verrà, e non che sia imposto a chi aveva sempre correttamente seguito la legge.
Nel saccheggio perpetrato, è davvero troppo riduttivo che agli ingegneri siano rimaste le strutture. Noi speravamo che i geometri studiassero di più e diventassero ingegneri. In realtà gli altri fanno quello che vogliono e noi ingegneri sempre meno. "Fare bene per la collettività" dovrebbe essere il criterio ispiratore.
Ad Ancona giungono segnali importanti dai professori universitari: è impossibile formare in 3 anni un ingegnere civile, mentre può essere adeguato per un ingegnere industriale o dell'informazione. Occorre chiedere con forza che l'ingegneria civile rimanga di 5 anni.
Riconosce lo sforzo che il CNI sta compiendo nei vari Ministeri, ma, al fine di alleggerirne il lavoro, propone che si costituisca una commissione ristretta di supporto per studiare il DPR 328.

? L'ing. BOLLOLI della FIOPA procede per brevi flash:
- sulle nuove iscrizioni è d'accordo con la decisione maggioritaria; ha solo qualche dubbio per chi si era già mosso con criterio diverso, confortato comunque che eventuali modifiche potranno essere prese con piena legittimità dai singoli Ordini; intanto potrebbe essere opportuno prendere decisioni sub-judice;
- non condivide le tesi di Cannarozzo;
- tocca l'argomento Dott. Ing. rammentando che il termine Dott. spettava solo a chi aveva sostenuto l'Esame di Stato; la sua opinione è che il Dott. Ing. rimanga ai laureati quinquennali, mentre i triennali possano fregiarsi del solo Ing. o del Dipl. Ing., che di fatto è stata una laurea breve;
- relativamente al CUP segnala che si avvertono già i frutti di questa aggregazione, sia pure con diversità tra regioni e province; c'è solo il pericolo che nascano organismi dualistici che si sovrappongano agli Ordini e per questo richiama ad una costante vigilanza;
- per tanto tempo si era desiderato andare a maggioranza nelle nostre assemblee: finalmente si fa; manca un ultimo sforzo: i limiti delle competenze; se dobbiamo convincere i triennali a venire da noi dobbiamo dare loro più competenze dei diplomati, ma quali? Sono da verificare bene!

? L'ing. ZANARDI di Alessandria chiede una votazione per impegnare i vari Presidenti a seguire una linea univoca sulla gestione degli Albi. Il CNI ha lasciato andare le cose troppo avanti ... ed alcuni hanno preso decisioni magari diverse dalla maggioranza. E' però giusto mettere i laureati triennali in condizioni di operare il più in fretta possibile.
Ragionando per paradossi, se i triennali possono fare le cose riservate ai quinquennali, aboliamo i corsi di laurea di 5 anni per ... spreco di risorse! E' d'accordo sulla laurea solo quinquennale per l'ingegneria civile (a cui associare edile) e non sulla suddivisione delle competenze in modo verticale (dal ponte sullo stretto di Messina alla cuccia del cane). Nel settore "a" dovrebbe vigere la sola suddivisione orizzontale.
Chiude esortando alla partecipazione al CUP, senza contrapposizioni tra Ordini.

? L'ing. CANEVARI di Pavia rispolvera le nostre origini di Assemblea dei Presidenti. La questione dell'Albo va affrontata in modo unitario, allineandoci sulle decisioni della maggioranza.
In tema di lauree gli ingegneri sono considerati "ausiliari" dell'Università, in grado di incidere sulla formazione. A Pavia, ad esempio, prima dei nuovi Esami di Stato sono state organizzate conferenze dall'Ordine per dare informazioni sulla deontologia, sulla professione ecc. E' un segnale dei passi che si stanno facendo in questa direzione.
Il CUP a Pavia comprende tutti i professionisti, inclusi i medici. Quando c'è chiarezza alla base, non traspaiono contrapposizioni.

? L'ing. MACCHI di Pisa, prima di prendere la parola con la consueta arguzia toscana, ha dato ancora sfoggio del suo guardaroba di cravatte: quella odierna era intonata musicalmente all'Auditorium di Roma, sede della conferenza CUP di ieri.
Si è soffermato sul problema delle competenze, che deve essere disciplinato una volta per tutte. Ma, mentre si registra un orientamento maggioritario sull'Albo, sarebbe auspicabile un analogo referendum sulle competenze esclusive.
Per quanto riguarda il metodo delle nostre elezioni interne, consiglia di studiare prima il testo elaborato dal Centro Studi, e poi di indire un'ulteriore consultazione.
Buona l'idea di avere un timbro unificato su scala nazionale.
In sintesi, relativamente al DPR 328/01, occorre prudenza ... come usa il porcospino ...

? L'ing. BAROSSO di Vercelli ringrazia il CNI per aver trasformato la visita al Parlamento europeo di Bruxelles in Assemblea dei Presidenti, come era stato auspicato.
Secondo l'ing. Beer solo gli ingegneri civili dovrebbero restare quinquennali, mentre gli altri potrebbero a pieno titolo seguire corsi triennali. E' un'interpretazione forse rischiosa, se non sono pienamente conosciuti gli ambiti specifici. Inoltre potrebbe essere una pericolosa divisione della categoria.

? L'ing. CAVESTRO di Vicenza pone alcune riflessioni. E' innanzi tutto giusto uscire da questa assemblea con indicazioni precise sul da farsi. Come deve essere il nostro comportamento verso chi non ha esercitato l'opzione del settore di appartenenza? Dobbiamo istituire una sorta di elenco "limbo" con la dicitura "opzione non esercitata", oppure iscrivere d'ufficio in tutti i settori? Od altro ancora?
Le competenze sono un grosso problema, mai risolto. Se abbiamo in mente delle griglie, dovremmo forse opportunamente associare i concetti di qualità e quantità. Probabilmente legando insieme le competenze alle tariffe si creerebbe un effetto esplosivo, ma forse si giungerebbe ad una maggiore chiarezza, anche sotto il profilo legale.
Per facilitare il CNI, propone che in ambito tariffario ogni regione affronti un argomento specifico e vi concentri le proprie risorse.
In argomento CUP il Veneto ha percorso storicamente tutti i passaggi del coordinamento territoriale. La suddivisione tra Nord Centro e Sud è solo di tipo organizzativo. Dobbiamo entrare nei CUP da protagonisti: gli ingegneri devono appropriarsi delle grandi tematiche federaliste introdotte dall'art.117; gli Ordini non devono temere di essere sopraffatti.

? Chiude gli interventi l'ing. BERNARDO di Caltanissetta, portando la sua esperienza in merito al Dott. Ing. Anticamente in Sicilia, terra di grande tradizione mineraria, molti bravi periti si fregiavano sul campo del titolo di Ing., e come tali venivano inclusi nell'Albo dell'Ordine, distinguendoli tuttavia dagli altri che erano Dott. Ing.
Paradossalmente negli odierni elenchi telefonici siamo tutti solo Ing. Dovremmo correre ai ripari per farci distinguere?

Al termine del dibattito l'ing. Speroni, accogliendo le proposte avanzate da molti colleghi, mette rapidamente ai voti la proposta di impegnare unitariamente tutti gli Ordini sulle decisioni referendarie della tenuta degli Albi. La maggioranza è d'accordo e conferma l'orientamento espresso dai più.

L'ing. Polese trae le conclusioni della mattinata.
Chi non ha esercitato l'opzione del settore, secondo l'interpretazione del Ministero, può essere iscritto in tutti e tre i settori, ovvero può essere affiancato dalla dicitura "opzione non esercitata".
Sul DPR 328, TAR a parte, il MIUR ha la giurisdizione per apportare le modifiche al testo, secondo la delega del Governo.
Il CNI non deve inseguire gli Ordini al fine di avere delle risposte ... ma se gli Ordini non collaborano in tempo ... Se ci crediamo, dobbiamo sfruttare meglio questo strumento di partecipazione democratica.
In settimana giungerà ai vari Ordini la lettera ufficiale sugli esisti referendari. Alla prossima riunione sappiamo già sin da adesso di dover mandare le nostre opinioni sulle competenze (urgenti) e sulle tariffe (meno urgenti).
In merito al regolamento che disciplina le elezioni degli Ordini con le nuove modalità di votazione, il riferimento è ancora il Ministero della Giustizia (Vietti), con una tempistica più dilatata (sino al 30.06.2004). Per allora dovremo essere pronti con una proposta, che passerà anche qui attraverso un gruppo di lavoro, a cui gli Ordini potranno far pervenire suggerimenti.
Appuntamento a Bruxelles il 6 novembre.

Roma, 25 ottobre 2002
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