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Rif. DV08453
Documento 08/11/2003 NOTA INTRODUTTIVA
Fonte CNI
Tipo Documento NOTA INTRODUTTIVA
Numero
Data 08/11/2003
Riferimento
Note
Allegati
Titolo ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI - ROMA 8 NOVEMBRE 2003 - NOTA INTRODUTTIVA DEL PRESIDENTE
Testo ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI

Roma, 08.11.2003

NOTA INTRODUTTIVA DEL PRESIDENTE

Il presente documento vuole essere soltanto una opportuna introduzione degli argomenti posti all'ordine del giorno dell'Assemblea con valenza congressuale indetta in attuazione della mozione votata a Vibo Valentia al fine di costituire una base per il dibattito che si auspica il più ampio, libero e partecipato possibile.

Preliminarmente si ritiene opportuna una precisazione sul riassetto interno delle cariche direttive del Consiglio avvenuto da poco più di un mese.

In seguito ad un approfondito ed articolato dibattito interno, iniziato lo scorso anno dopo la proroga di tutti gli organismi professionali, nel mese di febbraio è stato approvato dal Consiglio un documento programmatico per affrontare con rinnovato impegno ed entusiasmo il periodo di tempo fino al rinnovo.

Tale documento individuava gli obiettivi da perseguire e nel contempo delineava le strategie da adottare, ponendo come presupposto la rivisitazione del regolamento interno e l'azzeramento delle cariche.

Il nuovo regolamento è stato approvato nel mese di aprile. Esso prevede un secondo Vicepresidente accanto al Vicepresidente Vicario ed attribuisce più ampie funzioni al Consigliere Tesoriere.

In seguito ad un ulteriore ed approfondito dibattito interno, nel settembre scorso tutti coloro che rivestivano le cariche direttive (Presidente, Vicepresidente, Consigliere Segretario e Consigliere Tesoriere) hanno formalizzato le loro dimissioni. Il Consiglio ha ritenuto di respingere quelle del Presidente e del Consigliere Tesoriere, mentre ha proceduto alle elezioni dei due Vicepresidenti, e del Consigliere Segretario.

I Consiglieri Giambelli e Dusman si sono altresì dimessi dal Direttivo del Centro Studi per sottolineare l'urgenza di un maggiore coinvolgimento del C.N.I. nell'attività dello stesso e per armonizzare le linee e le proposte del Centro con quelle del C.N.I.

Lungi dal considerare l'avvicendamento una valutazione negativa del loro operato, al Vicepresidente ed al Consigliere Segretario uscenti, Prof. Ing. Giancarlo Giambelli e Dott. Ing. Alberto Dusman, il sottoscritto, certo di interpretare il pensiero dell'intero Consiglio, esprime il più sentito ringraziamento per l'attività da loro svolta.

Dopo questa opportuna premessa, peraltro da più parti sollecitata, si passa adesso ad un breve commento su ognuno dei punti all'ordine del giorno.

Giova ricordare che il nuovo Regolamento interno ha previsto agli artt. 8 e 9 la possibilità di istituire una Scuola Superiore di Formazione e un Consiglio Superiore dell'Ingegneria. La prima ha lo scopo di incentivare e garantire la formazione permanente dei Professionisti e la formazione dei Neo-laureati, il secondo ha funzioni consultive sui grandi temi dell'ingegneria e dovrebbe essere composto da luminari nelle varie branche delle scienze ingegneristiche.

Di tali Organismi si era data notizia nella bozza di mozione presentata dal C.N.I. al Congresso.

Il C.N.I. ritiene, così come suggerito nella mozione approvata, che l'argomento vada affrontato attraverso la costituzione di appositi gruppi di studio, anch'essi espressamente previsti dal nuovo Regolamento adottato. Tali gruppi dovrebbero affrontare le problematiche organizzative e regolamentari dei nuovi organismi. Dei gruppi dovrebbero far parte uno o più Consiglieri del C.N.I. e dovranno essere composti, a norma di regolamento, da Ingegneri scelti fra gli iscritti all'Albo in numero non superiore a quattro.

Particolare enfasi dovrà avere poi la costituzione di un Comitato per l'etica cui attribuire notevole valenza e conferire particolari incarichi nell'ambito dell'etica e della deontologia professionale.

Tutte queste iniziative dovrebbero avere subito la loro genesi per poi continuare con il futuro Consiglio Nazionale.

Al riguardo va precisato che i radicali cambiamenti in atto e le mutazioni del presente impongono profondi ripensamenti alla nostra Categoria, anche alla luce delle risultanze della ricerca De Masi presentata al Congresso. La Categoria deve fare certamente un salto di qualità per poter essere all'altezza dei compiti in un mondo che diventa sempre più competitivo e in una fase storica che vede gli ingegneri attaccati su più fronti.

E' indispensabile, per la stessa sopravvivenza della Categoria, che si conservi e valorizzi la matrice unitaria della professione anche alla luce della suddivisione dell'Albo in tre settori.

Lo scenario che ci si pone di fronte e che diverse iniziative, più o meno latenti, poste in essere da altre categorie professionali fanno prefigurare non è certamente dei più semplici.

L'obiettivo che si sono prefissi i Collegi è chiaro: con l'acquisizione in via esclusiva dei laureati triennali raggiungono due importanti traguardi, quello di elevare "per induzione" il livello professionale degli attuali diplomati e quello di garantire la vita delle loro Casse Previdenziali.

Al riguardo occorre che la Categoria si esprima in modo rigoroso e preciso, anche prefigurando soluzioni per il problema previdenziale degli attuali Tecnici diplomati.

Inoltre appare evidente il tentativo degli Architetti di riportare nell'alveo delle loro esclusive competenze professionali tutte le opere di edilizia civile, nonché i manufatti infrastrutturali e la pianificazione del territorio. Di tanto si è avuto conferma anche nel recente Convegno Internazionale organizzato dall'ANAS per il 75. Anniversario e intitolato "L'architettura delle strade". Non è un caso che in tale Convegno molti Presidi e Docenti delle Facoltà di Architettura hanno parlato di scienze "ingegneresca" e hanno rivendicato per l'Architetto l'esclusiva competenza professionale per la progettazione di opere aventi impatto sul territorio. E' il caso invece che la nostra categoria effettui un'analisi attenta e rigorosa di tutti i temi che, direttamente o indirettamente, toccano i principali cambiamenti in atto: da una migliore definizione delle competenze professionali dei Laureati Triennali, alla loro appartenenza all'Albo degli Ingegneri, ai problemi dei Laureati in Informatica.

Occorre quindi volare alto e non rinchiudersi in una sciocca e sterile difesa di vecchi privilegi. Deve essere chiaro a tutti che stiamo attraversando un momento cruciale della nostra stessa esistenza, che richiede unità di intenti per difendere il patrimonio di esperienze, di cultura e di capacità che ha sempre caratterizzato l'Ingegneria italiana. E' proprio in questa ottica che occorre mettere a tacere tutti i tentativi per seminare zizzania e rendere così estremamente vulnerabili tutti noi.

Ben vengano le critiche e ben vengano anche le eventuali candidature per il prossimo Consiglio Nazionale, ma ci auguriamo che sia le prime che le seconde nascano esclusivamente dalla volontà di proteggere e valorizzare la nostra Categoria, la cui esistenza è certamente indispensabile per il Paese.

In questa ottica e cioè quella di superare le molte, spesso miopi, polemiche che il Consiglio Nazionale intende gestire correttamente i rapporti con le Istituzioni, le Forze Politiche, Sociali e Sindacali. Tali rapporti vanno gestiti con ampia autonomia, fondando le strategie di influenza soprattutto sulla vivacità culturale ed intellettuale degli Ingegneri, i quali dovrebbero assumere il ruolo di opinion leaders non solo sui temi di stretta competenza professionale ma anche su quelli più generali di natura economica, culturale e sociale. E' inutile nascondere che per poter raggiungere tutti questi traguardi occorre da parte dei componenti del Consiglio Nazionale e dei Consigli Provinciali dedicare energie intellettuali e tempo, inevitabilmente sottraendo alla famiglia e all'attività lavorativa non poche risorse. Di questo ci siamo resi conto soprattutto alla luce dell'esperienza vissuta negli ultimi quattro anni, che hanno visto i Consiglieri Nazionali fortemente impegnati per moltissime ore al mese.

E' stato per questo motivo che si è voluto, ristorare, seppure in parte, tale impegno anche sotto il profilo economico. Oggi da più parti viene posto il problema dell'opportunità di tale decisione. Si ritiene doveroso ribadire che essa non è solo stata una decisione legittima ma anche eticamente doverosa, se non si vuole lasciare il controllo della categoria a qualche volenteroso pensionato o a chi per censo può permettersi di disattendere al proprio lavoro.

Altrettanto doveroso è ribadire che il ristoro è stato commisurato all'effettivo impegno e non costituisce assolutamente una sorta di retribuzione mensile. Esso è comunque stato correlato alle esigenze del Bilancio del C.N.I. prevedendo un tetto annuale massimo. La Delibera con la quale è stato previsto il suddetto ristoro è stata adottata in prossimità della scadenza del mandato del Consiglio Nazionale insediatosi nel 1999 ed è stata poi, essendosi avuta la proroga, resa operativa.

E' innegabile che tale decisione è stato molto sofferta e dibattuta da parte di tutti i Consiglieri, i quali hanno ritenuto infine di dover acquisire ogni utile elemento di valutazione anche confrontandosi con il Ministero vigilante, con il Revisore dei Conti e con i Consigli Nazionali delle altre Categorie. E' emerso un quadro chiaro e significativo: tutti i Consigli Nazionali delle varie categorie professionali ed in particolare quelli delle professioni tecniche avevano disciplinato la corresponsione di un'indennità o di un gettone di presenza a titolo di indennizzo del tempo sottratto alla propria attività professionale.

Gli Ingegneri erano gli unici che non avevano affrontato il problema. Si ritiene invece che esso vada posto ed affrontato anche per i Consigli Provinciali, così come già previsto nei disegni di Legge VIETTI e FOLLINI sulla riforma delle professioni.

Per quanto concerne il D.P.R. 328 va immediatamente chiarito che i passi effettuati presso il Governo ed in particolare con l'On. Senatrice Siliquini hanno dato dei frutti, sotto il profilo dell'attenzione con la quale sono state valutate le posizioni da noi espresse.

Va però evidenziato che la Senatrice Siliquini ha con chiarezza precisato che i tempi per modificare, nel senso da noi voluto, il D.P.R. 328 sono necessariamente lunghi in quanto occorrono provvedimenti legislativi di ampia portata, resi necessari dalle modifiche introdotte dal titolo V della Costituzione. Abbiamo però ottenuto la massima comprensione per le diverse istanze da noi presentate, soprattutto per quanto concerne il titolo dei triennali, le competenze professionali, comprese quelle in materia urbanistica e di geotecnica, nonché per quanto attiene tutte le problematiche sollevate nel ricorso al T.A.R.. Ciò però non basta e la Categoria dovrà essere vigile per portare avanti le sue tesi e per creare consensi.

Per le ovvie implicazioni professionali occorre spendere anche qualche parola sull'Esame di Stato, atteso che il Ministero competente sta' per avviare in tempi brevi una sostanziale modifica del Decreto Ministeriale del 1957.

Abbiamo rappresentato la necessità che l'Esame di Stato abbia carattere specificamente professionale e che sia preceduto da un tirocinio in grado di far acquisire al Candidato tutte quelle conoscenze necessarie per l'esercizio della professione e che non siano state oggetto di specifici Corsi Universitari.

E' stato altresì rappresentata la necessità di istituire Commissioni diverse per i vari Settori dell'Albo e di porre come prima prova quella pratica di progettazione, facendola seguire dalle altre sempre con valenza professionale.

Anche su questi temi la Categoria deve esprimere un parere chiaro e preciso rifuggendo da dibattiti ideologici nel senso deteriore del termine.

Occorre comprendere che il problema dei Triennali e dell'Esame di Stato va affrontato con realismo e rapidità perché se stiamo fermi e tutti gli altri si muovono, certamente arretreremo in maniera veloce.

E' pressante quindi l'invito ad abbandonare bizantinismi e diatribe infruttuose per dedicare tutte le attività del Consiglio Nazionale e degli Ordini Provinciali a superare le criticità del sistema, anche per quanto riguarda le attività di lobby, la posizione nei confronti delle associazioni, la riforma delle professioni.

Oggi il Consiglio Nazionale è impegnato su più fronti, soprattutto per apportare correttivi a Leggi che hanno di fatto ignorato la professionalità degli Ingegneri, così come accaduto per i nuovi provvedimenti legislativi inerenti il Decreto 626. Particolare attenzione è stata prestata agli Studi di Settore, alle modifiche al Regolamento dei Lavori Pubblici e alla nuova Normativa sismica. Per tali argomenti il Consiglio intende continuare a svolgere azioni di controllo e di stimolo presso le Istituzioni.

E' per questo motivo che il Consiglio Nazionale intende procedere ad una riorganizzazione degli Uffici ed ha intenzione di accentuare il coinvolgimento delle Federazioni e dell'Assemblea dei Presidenti, il cui ruolo e le cui funzioni vanno valorizzati soprattutto per quanto concerne il dibattito sugli orientamenti politici della Categoria.

In sede Europea il cammino per l'approvazione della direttiva è altrettanto irto di difficoltà e la Categoria non può e non deve rimanere assente in un momento così delicato.

Va rivalorizzato anche il ruolo del Centro Studi, e va assunta la leadership culturale e propositiva nell'ambito del CUP e nella definizione dei rapporti con le altre Professioni tecniche.

Vanno contrastati tutti i tentativi posti in atto dall'Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, circa l'applicabilità delle nuove Tariffe Professionali, combattendo tutte le discrasie e le discordanze con la normativa vigente, così come quelle emerse nei modelli di Bando predisposti dall'Autorità per l'affidamento degli incarichi professionali.

Pur volendo assicurare agli Organi dello Stato la più ampia collaborazione, la Categoria non può compiere scelte a vantaggio dell'uno o dell'altro, allorquando tali Organi entrano in conflitto tra loro. Essa deve rimanere estranea a tali conflittualità rivendicando una propria posizione di autonomia.

Anche il trattamento da riservare ai Laureati in Informatica deve imporre una scelta della linea di comportamento, che contemperi le esigenze della Categoria con quelle del mondo del lavoro e del Paese.

La sopra richiamata linea di autonomia va anche rivendicata nei confronti del mondo Universitario, con il quale la collaborazione è stata finora proficua e opportuna.

Deve essere inoltre affrontato lo spinoso tema del Condono edilizio, sul quale l'Assemblea dei Presidenti dovrebbe pronunciarsi, esaminando i vari aspetti e le diverse problematiche che il provvedimento comporta.

Non si può concludere questo documento senza aver fatto un cenno al nuovo Regolamento elettorale, allo studio di un'apposita Commissione Interministeriale. Ad oggi non ancora siamo stati convocati ufficialmente per esprimere il nostro parere, ma sono state raccolte notizie circa la volontà del Governo di pervenire in tempi brevi alla sua formulazione definitiva e quindi di consentire le elezioni per il rinnovo dei Consigli entro giugno 2004.

Notizie di stampa e informali hanno evidenziato che il nuovo Regolamento tende ad agevolare al massimo le operazioni elettorali e a svolgere votazioni con liste e programmi assicurando ai Triennali una rappresentanza.

Spetta all'Assemblea dei Presidenti dell'8 Novembre affrontare questi grandi temi, valutandone i fattori critici e porgendo al Consiglio Nazionale anche un ventaglio di soluzioni, con la consapevolezza che il momento è estremamente delicato e merita la massima attenzione.

Sono certo che la professionalità e la saggezza dei nostri Presidenti saprà conferire al dibattito elementi di civile confronto e di grande rilievo culturale.
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